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Ius Scholae, Rampelli (FdI): “Questo discorso non è un tabù, ha senso ragionarci ma senza ideologie”

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March 31, 2025

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Oggi, giovedì 27 marzo, alle ore 17.15, presso la Sala della Regina di Montecitorio si svolge il convegno della rassegna “Pomeriggi popolari”, dal tiitolo “Ius scholae: tempi nuovi per l’Italia?”. A porgere i saluti istituzionali il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli.

Intervengono la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, il consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio Arcivescovo Vincenzo Paglia, l’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni, l’avvocato Hilarry Sedu, il giornalista ed ex senatore Tommaso Cerno, la psicologa Maria Rita Parsi. Modera Diego Antonio Nesci.

Ecco le parole del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli: “La materia è scivolosa, chiunque si sia trovato alla guida della Nazione non è riuscito a modificare la normativa vigente sulla cittadinanza. C’è una discussione aperta, ma è probabile che l’attuale legge dia una risposta importante. Noi siamo la Nazione che concede la cittadinanza italiana al maggior numero di stranieri presenti sul suolo italiano in Europa. Nel 2023 abbiamo naturalizzato 200mila persone”.

“Abbiamo una responsabilità verso chi ha perso la vita in guerre, moti rivoluzionari, per l’Italia. Bisogna mettere in campo non un coefficiente di ideologia per un applauso, ma bisogna cercare di essere equilibrati, continuare a investire sui processi di naturalizzazione affinché tutti i cittadini che entrano in Italia. La maggioranza delle nazioni europee si affidano allo Ius Sanguinis. Può evolvere? Sicuramente sì, c’è il dovere di approfondimento per capire quale possa essere il punto di caduta”.

“Bisogna capire le conseguenze delle leggi che vengono messe in campo. Anche le decisioni prese sulla regolarizzazione dei migranti sono congelate. Un bambino straniero può essere trattato come viene trattato oggi? Pensando di poter conferire la cittadinanza come elemosina ignorando quasi le sue tradizioni? Ha un senso ragionare ragionare sullo Ius Scholae, lo Ius Italiae: non ha senso pensare allo Ius Soli. Questo discorso non è un tabù, va affrontato con concentrazione. Non si può agire per massimi sistemi”.

“Il crocifisso a scuola? Un pezzo di cultura italiana, non è una costrizione ad aderire alla nostra religione”, ha aggiunto, parlando di Ciampi e dell’equa distribuzione di cittadini italiani e stranieri nelle scuole. “Non è l’uniformità che fa comunità, anzi genera odio. Ti ascolto, ti apprezzo, recepisco il tuo modo di vivere. Spero che questa discussione si faccia senza propaganda, senza paraocchi, senza dogmi, senza la pressione della politica”.