Lo Ius soli e lo Ius scholae non hanno mai avuto le attenzioni di questi giorni: l’apertura estiva di Forza Italia, confermata di recente dal suo leader Antonio Tajani, ma che dovrebbe tradursi in un progetto di legge e arrivare in Aula solo nel 2025, ha animato le proposte dei partiti di Centro e della Sinistra. Più Europa ha lanciato un referendum popolare che negli ultimi giorni ha fatto registrare una quantità di adesioni inaspettata (con tanto di sito internet preso d’assalto).
A firmare per il referendum anche Elena Cecchettin, sorella di Giulia, Zerocalcare e Patrick Zaki.
Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, ha detto che “la raccolta firme viaggia a una velocità impressionante grazie anche alla mobilitazione di tante personalità della cultura, dello sport, dello spettacolo, dell’accademia, del giornalismo”, circa 300 mila sottoscrizioni che ora “rendono l’obiettivo delle 500mila a portata di mano. Gli italiani sono molto più avanti dei vari Meloni, Salvini, Vannacci e Tajani”.
Poi, però, qualcosa nella raccolta firme si è inceppato: “Stavamo viaggiando a un ritmo di circa 10mila firme all’ora quando la piattaforma pubblica per la raccolta firme del ministero è andata in tilt”, con “migliaia di persone che stanno provano a firmare per il Referendum Cittadinanza senza successo, ricevendo messaggi di errore dalla piattaforma. Abbiamo immediatamente segnalato l’episodio agli uffici competenti e aspettiamo una risposta a breve. Resta però gravissimo che una piattaforma governativa, pensata per questo obiettivo, non riesca a tenere il flusso delle firme di queste ore”.
Lunedì 23 settembre ha preso posizione ufficialmente anche il Partito democratico, che ha depositato una proposta di legge alla Camera: l’annuncio è arrivato dalla prima firmataria del provvedimento Ouidad Bakkali, la deputata Demche ha atteso 21 anni per diventare cittadina italiana.
Si prevede “lo Ius soli, richiedendo un anno di residenza legale per uno dei due genitori” e lo “Ius scholae per i bambini che hanno fatto ingresso in Italia entro i 12 anni e che abbiano frequentato la scuola per 5 anni”: per raggiungere il quinquennio sarebbe utile “anche la scuola dell’infanzia. Inoltre, allineandoci alla maggioranza dei paesi europei – ha sottolineato Ouidad Bakkali – scendono da 10 a 5 gli anni di residenza continuativa richiesti“.
“Se ci fosse stato lo ius scholae ci sarei arrivata molto prima – ha aggiunto la dem -. Ora, allineandoci alla maggioranza dei paesi europei, proponiamo anche di far scendere da 10 a 5 gli anni di residenza continuativa richiesti. Infine, i contributi di chi richiede la cittadinanza dovrebbero essere devoluti al ministero dell’Istruzione per progetti di educazione civica“.
Nel frattempo, ricorda ancora l’Ansa, “nell’emiciclo di Montecitorio dovrebbero essere discusse a breve diverse mozioni: oltre a quella dem, anche una del M5s e una di Avs”.
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