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Ius Scholae? Si discute. Ma in percentuale l’Italia è al 5° posto in Ue per cittadinanza agli stranieri

In arrivo gli sherpa vicini ai cattolici per spingere i più riottosi della maggioranza di destra a trovare un accordo che metta pace nel governo, decidendosi a votare lo jus scholae, voluto da Forza Italia che lo avrebbe ereditato dal fondatore del partito, Silvio Berlusconi.

La proposta di legge infatti fu avanzata nel 2022 e prevedeva che può diventare cittadino italiano chi è  arrivato entro i 12 anni di età e che abbia completato un ciclo scolastico di almeno cinque anni. Questo meccanismo avrebbe consentito, scrive Il Corriere della Sera, di far diventare da subito italiani 135.000 studenti già presenti in Italia con un incremento annuale di ulteriori 6-7.000. 

Ma la proposta, come spesso succede per ignavia e mal volere, si arenò con la campagna elettorale e l’inizio della legislatura che vide il centrodestra alla guida del Paese. 

In ogni caso, dentro Forza Italia si starebbe ragionando su 2 proposte: dare la cittadinanza italiana quando una bambina o un bambino hanno terminato due cicli scolastici (quindi a 14 anni d’età) oppure al termine della scuola dell’obbligo, cioè ai 16 anni.

Su questa base, Forza Italia, secondo Il Corriere, cercherebbe alleati anche sondando un asse con ampi pezzi d’opposizione, con il Pd in testa e gli esponenti cattolici presenti in più schieramenti tra Camera e Senato. 

L’ira funesta della Lega e del leader Salvini è immediatamente venuta e simile a fosca notte è arrivata, attirando pure le nuvole tempestose di molti suoi fedelissimi, con in testa il vice del partito Andrea Crippa e il presidente del Friuli. 

Fratelli d’Italia, pilatescamente, taglia corto: “Lo ius scholae non è nel programma”, mentre un asse collettivo tra quasi tutta l’opposizione e Forza Italia metterebbe la maggioranza di centrodestra davanti a una spaccatura troppo palese. 

Da qui il lavoro degli sherpa cattolici dei vari schieramenti con la solita possibile mediazione: “Nazionalità a chi nasce qui o arriva entro i 12 anni e completa un ciclo scolastico”, anche se nell’ombra mormora l’ex premier Matteo Renzi che la metterebbe così: “I voti in un modo o nell’altro si troveranno, ma vedrete che Tajani si tirerà fuori all’ultimo tuffo come al solito”. Lo ha detto nel corso di una intervista a La 7.

In ogni caso anche a Rimini, al Meeting di Comunione e Liberazione, si è parlato dello stesso argomento e per bocca di Matteo Salvini il quale ha affermato: la proposta di Forza Italia svanirà con l’estate e poi ha aggiunto: “Con la legge attuale sulla cittadinanza, l’Italia è il Paese che, nel 2022, ha concesso più cittadinanza in tutta Europa, più della Francia, più della Spagna, più della Germania. La legge c’è, funziona, non capisco il motivo per cambiarla”.

Tuttavia non direbbe il vero o Salvini non sarebbe del tuto informato, come dimostrano il Fact-checking basato sui dati di Eurostat, secondo cui nel 2022 l’Italia ha concesso la cittadinanza italiana quasi 214 mila stranieri: in valore assoluto questo è il numero più alto tra tutti e 27 gli Stati membri dell’Ue. Se però si rapporta questo dato al numero di abitanti, l’Italia scende al quinto posto, dietro a Svezia, Lussemburgo, Belgio e Spagna. Il fatto che l’Italia sia il Paese Ue che concede più cittadinanze in valore assoluto non significa però che abbia le regole più generose di tutti: secondo varie organizzazioni indipendenti, l’Italia è tra i Paesi europei con i vincoli più severi per la concessione della cittadinanza agli stranieri.

Salvini però a Rimini, fa pure un volo pindarico sullo stretto di Messina, sperando che questa volta l’azzecchi, non per la struttura, ma per evitare cattive figure: “Il primo treno attraverserà lo Stretto nel 2032”: è una promessa, sperando pure che fra 8 anni qualcuno la ricordi ancora

Pasquale Almirante

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