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Ius Scholae sì o no? Il mondo della scuola è d’accordo: 2 docenti su 3 dicono sì, meno convinti i genitori – RISULTATI SONDAGGIO

Addetti ai lavori e non solo hanno discusso in queste ultime settimane della proposta di Forza Italia di approvare lo Ius Scholae, che prevede il riconoscimento della cittadinanza italiana ai minori stranieri che abbiano completato un ciclo di studi in Italia. Se da una parte diversi partiti dell’opposizione si sono dichiarati favorevoli alla proposta, dall’altra Lega e Fratelli d’Italia non appoggiano il progetto. Soprattutto la Lega.

Da un’indagine condotta dalla Tecnica della Scuola, a cui hanno partecipato 768 utenti, la maggior parte dei quali docenti, è emerso che il mondo della scuola accoglierebbe con favore la proposta: l’unica componente contraria risulta quella dei genitori degli alunni, che in prevalenza sulla concessione dello Ius Scholae sembra mantenere più di una riserva.

Il sondaggio nel dettaglio

L’indagine ha visto la partecipazione per il 735 di docenti, dirigenti, studenti, genitori e altro. La metà dei partecipanti vive al Nord (48.8%), mentre il resto è diviso equamente tra Centro, Sud e Isole.

Dai dati raccolti dal sondaggio, la maggior parte dei docenti (64.1%, quindi due su tre) e dei dirigenti (51.6%) si è detta favorevole alla cittadinanza agli studenti stranieri che abbiano completato un ciclo di istruzione. Tuttavia, soprattutto tra gli insegnanti ci sono stati anche diversi commenti contro la proposta.

Ecco alcuni commenti: “L’anello debole dell’istruzione nel nostro Paese è proprio il primo ciclo. Concedere la cittadinanza a chi lo abbia completato equivale ad un “liberi tutti” inaccettabile. Sarebbe più corretto pensare a concedere la cittadinanza a chi abbia completato anche il secondo ciclo di studi”; “Un ciclo di scuola completo sono favorevole, ma solo Quattro cinque anni no. Ho visto troppi mantenere una mentalità lontana dal essere italiana”; “No, perché anche la maggior parte delle scuole pubbliche è ormai un diplomificio: solo chi è ingenuo o in malafede può pensare che aver completato un ciclo di studi nel nostro Paese comporti l’acquisizione delle competenze linguistiche e culturali per essere cittadini italiani”.

Per quanto riguarda la categoria dei genitori degli alunni è risultata la più restia: poco più della metà (il 50.4%) non vorrebbe infatti estendere la cittadinanza italiana agli studenti stranieri.

Qui di seguito alcuni commenti dei componenti delle famiglie degli studenti: “Ci sono già regole per ottenere la cittadinanza, perché inventarsene di nuove? lo ius scholae non esiste in nessuna parte del mondo!”; “Ma per quale motivo nel nostro paese ci si inventa regole che non esistono da nessuna parte? Lo ius scholae è un’invenzione di qualche politico che evidentemente ha preso troppo sole!”.

Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica “La Tecnica della Scuola” nel periodo che va dal 21 al 26 agosto 2024. Hanno partecipato 768 soggetti. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici.

Sara Adorno

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