Mentre in Parlamento opposizione e maggioranza sono ai ferri corti sul tema dello ius scholae (ma, per la verità, lo scontro è anche interno alla stessa maggioranza perché la proposta di Forza Italia non trova il consenso degli alleati di Governo), un intellettuale di punta come Galli Della Loggia, al quale il ministro Valditara si ispira per la revisione delle Indicazioni nazionali, è intervenuto sulle pagine del Corriere con una proposta che rischia di sparigliare i giochi.
In un contesto di risorse limitate e con l’Italia in difficoltà nell’affrontare le sfide del XXI secolo – sostiene in sintesi Galli Della Loggia – è necessario ripensare e rilanciare l’intero sistema educativo, dalla scuola dell’infanzia all’università, includendo anche i grandi istituti di ricerca.
Ma, aggiunge subito il professore – questo rinnovamento deve essere strettamente legato alla crescente presenza di giovani stranieri nel nostro Paese, riflettendo l’urgenza di formare i “nuovi italiani” e di integrare le ondate migratorie per garantire un futuro solido all’Italia.
Il nostro sistema educativo – sostiene – è uno degli ambiti più cruciali su cui agire per evitare il declino: è la chiave per trasformare i giovani immigrati nei cittadini italiani del futuro. Secondo Galli Della Loggia si tende a ridurre i problemi dell’istruzione alla mancanza di computer, all’aggiornamento dei programmi con tematiche attuali, o all’eccessivo affollamento delle classi, mentre la questione vera è che manca una visione d’insieme che riconosce il vero dramma: una generazione di giovani con una qualificazione professionale carente e, spesso, con competenze di base come la capacità di esprimere per scritto un pensiero semplice.
Un aspetto cruciale di questa discussione riguarda – sottolinea Galli Della Loggia – il concetto di “ius scholae”, che prevede la concessione della cittadinanza ai giovani stranieri che completano il ciclo scolastico in Italia. Proposta che potrebbe rappresentare una svolta per il Paese, contribuendo a costruire una nuova identità nazionale inclusiva e dinamica. Ovviamente, dovrebbero essere introdotte condizioni come il completamento dell’obbligo scolastico, la manifestazione di volontà di ottenere la cittadinanza e la rinuncia ad altre nazionalità.
Rilanciare il sistema educativo italiano potrebbe voler dire investire sul futuro, creare una società più equa, integrata e competitiva, e restituire al nostro Paese la capacità di affrontare con successo le sfide del nuovo secolo.
Ma, secondo il noto intellettuale, però, il Governo sembra non essere in grado di cogliere l’opportunità di intraprendere un progetto ambizioso che possa iniziare a trasformare l’istruzione italiana fin da subito.