I lettori ci scrivono

J’Accuse ai sindacalisti in esonero per decenni e in pensione con 5mila euro

Noi insegnanti della scuola in pensione o che tra qualche anno andremo in pensione dopo essere stati spremuti come limoni,  a 67 anni,  non avremo certo un trattamento pensionistico  come alcuni nostri colleghi insegnanti sindacalisti  della scuola già o tuttora  ai vertici degli organi statutari e oggi in pensione con  il sistema retributivo, che, per molti mesi, prima di andare in pensione, hanno  raddoppiato, triplicato,  quadruplicato, moltiplicato  per 5 o per 6, in rapporto alla  disponibilità  del bilancio del sindacato  la loro retribuzione a spese del sindacato ovvero degli iscritti.

Hanno sfruttato, spesso alla chetichella, una situazione di vantaggio e una legge dello Stato voluta dal governo Amato, ma hanno dato vita a una odiosa sperequazione tra lavoratori in pensione.  Il bello è  che se ne vantano.

Sindacalisti  per anni o per decenni  in esonero sindacale a spese dello Stato  che negli ultimi mesi di servizio,  prima della pensione, hanno fatto lievitare  a carico del loro Sindacato il loro stipendio da 2.000 a  5000 , 8.000,  10.000 euro. Questo é stato ampiamente documentato dalla Stampa e dalla Televisione, tutti ricordano il servizio delle Iene di qualche tempo fa e molti hanno letto l’articolo di Stella sul Corriere della Sera  del luglio scorso.

Questi sindacalisti della scuola, ora in pensione, percepiscono lauti assegni mensili di 5.000, 8.000, 10.000 euro lordi , mentre noi  faremo la fame dopo aver foraggiato per anni le casse dei loro sindacati con trattenute sulle nostre retribuzioni.

Lo sapevate? Dovremmo chiedere un intervento normativo che ridimensioni la pensioni di questi privilegiati che al pari di quella dei politici  gravano come un macigno sulla collettività  oltre ad essere  una palese ingiustizia sociale. C’è una legge, ma prima c’è  un’etica, per questo j’accuse.

Libero Tassella (Professione Insegnante)

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