“Renzi mostra un volto più affabile, ma nei fatti accentua la svolta a destra per fare il Partito della Nazione”.
A sostenerlo è Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana e fondatore di Articolo Uno – Mdp.
“Prima ci ha chiamato traditori, in perfetto stile stalinista. Adesso dice che non siamo più nemici. È un passo avanti. Permangono però tutte le diversità tra lui e noi. In questi anni Renzi ha perseguito politiche neoliberiste, noi vogliamo politiche keynesiane e sociali”, ha detto Rossi a Repubblica.
Per il governatore toscano, l’ex presidente del Consiglio sta cercando di portare a sé “Pisapia. Come mostrano i sondaggi, Renzi non prende più voti da destra e quindi prova a rivolgersi alla sinistra. Ma allo stesso tempo conferma l’alleanza con Alfano e parla di Calenda come polo moderato. Verdini è poi quello che di fatto è entrato in maggioranza. Siamo al partito della Nazione, anche se rivestito in modo più allettante, senza però escludere l’alleanza con Forza Italia dopo le elezioni. Politicismi con un volto più affabile”.
“Se avesse voluto aprire davvero avrebbe dovuto parlare di una legge di bilancio che finanzi la sanità, visto che rischiamo un regresso dell’assistenza. Avrebbe dovuto riaprire una stagione di diritti per i lavoratori, parlare di lotta all’evasione, annunciare una legge sulla povertà e un piano di assunzioni per i giovani, finanziamenti per le scuole. E poi lo Ius soli. Non si è cancellato la Bossi-Fini e si è rincorso la destra con le misure di Minniti. Le impostazioni politiche non convergono”.
Il Rosatellum bis, conclude Rossi, “è solo un accomodamento fatto in casa ed è significativo che nasca da un rapporto tra Forza Italia e Pd, con il solo obiettivo di danneggiare altri come i 5 Stelle. Non mi pare un passo avanti. Anche perché dietro c’è di nuovo Verdini”.
Il j’accuse è servito: se il pensiero di Rossi è corretto, resta ora da capire se Renzi riuscirà a convincere la “gente” di sinistra che non è un uomo della destra.
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