Salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro.
Da mercoledì 25 a venerdì 27 novembre 2020 “ORIENTAMENTO, VACCINO PER L’OCCUPAZIONE”. Innovazione e sostenibilità le parole chiave a cui improntare l’orientamento e le nuove competenze.
E c’è chi a scuola impara anche a “navigare il futuro”. Da Roma, anche un messaggio video della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Innovazione e sostenibilità sono le coordinate della rotta verso il futuro a cui indirizzare la nostra economia, allineare la formazione di competenze oggi indispensabili e orientare le scelte dei nostri ragazzi.
Parole chiave che hanno fatto da cardine all’inaugurazione di JOB&Orienta 2020, salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro (www.joborienta.info) – apertasi stamattina e quest’anno in un format interamente digitale – a cui la ministra all’Istruzione Lucia Azzolina ha voluto far giungere un suo videomessaggio.
«In questi trent’anni JOB&Orienta ha rappresentato per i nostri giovani una mano tesa costante, una bussola preziosa lungo il loro percorso didattico e professionale – ha detto -. Sempre con l’attenzione a creare connessioni, fra giovani e adulti e tra scuola e mondo esterno. Collegamenti che possono trasformarsi in vere e concrete opportunità. E sappiamo tutti quanto queste opportunità di scoperta e confronto siano indispensabili, in un mondo dove sono richieste professionalità sempre più specializzate e di alto profilo. In quest’enorme rivoluzione che permea ogni settore sociale e occupazionale naturalmente non manca la scuola, che deve rilanciarsi valorizzando tutti i suoi percorsi, anche quelli tecnici e professionali. In questa corsa che porta per mano i ragazzi verso un futuro nuovo e verso il cambiamento, noi siamo al vostro fianco».
Quest’anno la manifestazione torna dunque con una veste nuova, facendosi specchio fedele di questa corsa verso il futuro. E se innovazione e sostenibilità sono le parole d’ordine, che fanno da filo conduttore all’intero programma, le competenze legate a green e digitale sono citate come indispensabili a più voci: quelle che, nel futuro prossimo, si dimostreranno imprescindibili da un lato per entrare nel mercato del lavoro e dall’altro per accompagnare le imprese nella trasformazione radicale alla quale l’Europa stessa ci richiama e verso cui la pandemia ci sollecita ad accelerare.
Lo conferma in modo evidente la previsione a medio termine (2020-2024) del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere, presentata oggi a JOB&Orienta. Per 1,6 milioni di lavoratori, pari a ben il 62% dei circa 2,7 milioni di persone che complessivamente entreranno nel mondo del lavoro nei prossimi 5 anni, sarà richiesto di possedere competenze green, ossia di essere in grado di sviluppare soluzioni e strategie ecosostenibili. Per quasi un milione di questi profili (circa il 38%), inoltre, l’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale sarà addirittura un fattore dirimente ai fini dell’assunzione. Le competenze digitali di base, come l’uso di tecnologie internet e di strumenti di comunicazione visiva e multimediale, saranno invece richieste a circa 1,5 di milioni dei lavoratori previsti in ingresso, pari al 56% delle opportunità di lavoro che si creeranno fra turnover e nuovi posti di lavoro. In entrambi i casi, si tratta di una domanda di competenze che interesserà sia le figure professionali già esistenti quanto le nuove professioni emergenti. E nei prossimi anni a venire un ulteriore impulso in questa direzione potrebbe venire dagli investimenti europei legati alla Next Generation Eu.
«Il mondo del lavoro deve oggi affrontare grandi difficoltà ed è in atto una straordinaria trasformazione – dice commentando i dati Claudio Gagliardi, vicesegretario generale di Unioncamere -. Ma nei prossimi cinque anni le imprese dovrebbero iniziare un nuovo ciclo di crescita, anche occupazionale, in un quadro europeo più forte. Dovrà essere una crescita sostenibile per le persone e per l’ambiente, differente dai modelli del passato e in cui conteranno sempre di più nei giovani la qualità delle competenze digitali e green, oltre all’imprenditività, la creatività, la capacità di lavorare in squadra e la flessibilità per continuare a formarsi. Sono competenze per le quali l’orientamento – come suggerisce il titolo di questa edizione di JOB&Orienta – e la formazione devono da subito attrezzarsi costruendo alleanze con il mondo delle imprese e rafforzando anzitutto l’Istruzione tecnica superiore, perché l’apprendimento coniugato all’esperienza è la chiave per il lavoro del futuro».
Sono molte le esperienze presentate a JOB&Orienta dalle sei “reti delle scuole” (meccatronica, tessile, economia e finanza, innovazione, alberghieri e agraria), che coinvolgono oltre 500 istituti disseminati da un capo all’altro dello stivale. Storie che raccontano come intorno alle parole chiave dell’innovazione e della sostenibilità già la scuola si stia muovendo da tempo, ispirandovi tante progettualità, facendo crescere nei ragazzi una cultura del digitale e del green, formando competenze specifiche, infine dialogando con le imprese.
Sul versante del green, si va dai progetti di moda a basso impatto ambientale come quello del brand “3R” – Recycle, Reuse, Remind -, sviluppato e portato in sfilata da cinque istituti professionali europei (capofila il “Cattaneo Deledda” di Modena) grazie a Erasmus plus; ai progetti che avvicinano gli studenti all’agricoltura sostenibile come quello dell’istituto agrario “De Sanctis” (Avellino) che ha sperimentato dei microrganismi sulle viti dei propri vigneti al posto dei comuni pesticidi, con risultati eccellenti. E ancora innovazione e sostenibilità entrano in misura importante anche nel settore ristorazione, che tra l’altro vede più di qualche progetto educare alla riduzione degli sprechi o alla valorizzazione di prodotti a km 0. Gli studenti dell’istituto agrario “Emilio Sereni” (Roma) da quest’anno sono impegnati all’interno di un grande laboratorio per la didattica immersiva, la “Locanda del pellegrino”: un luogo dove lavorare i prodotti a km 0 frutto del lavoro degli studenti stessi, ma anche servirli su tavoli interattivi che racconteranno agli ospiti la storia del cibo e delle tradizioni locali e le buone pratiche della filiera produttiva.
Sul versante dell’innovazione tecnologica e digitale, c’è l’istituto “Paloecapa” di Bergamo che – nel pieno del lockdown con la scuola in didattica a distanza – ha progettato e realizzato con stampante 3d visiere di protezione anticovid e prototipi di boccagli per la respirazione, in sinergia con un’azienda locale, convertendo su questo progetto un proprio percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento (pcto). E gli studenti dell’istituto tecnico industriale “Giuseppe Omar” (Novara) che sulla frontiera dei dispositivi indossabili (wearable) – una delle più promettenti per le nuove tecnologie – hanno sviluppato un cerotto per il monitoraggio e l’analisi personalizzata di sportivi e non, tramite l’analisi chimica del sudore.
C’è ancora, tra i progetti raccontati in questi giorni a JOB&Orienta, ”Navigare il futuro”: 36 ore curricolari di una nuova materia – il futuro, appunto – “studiata” a partire proprio da quest’anno dagli studenti degli istituti “De Amicis” di Milano, unica in Italia e una delle sole 40 scuole innovative ad averla introdotta nel mondo. Perché sapersi muovere nel futuro è questione di contenuto – cioè riguarda le nuove tecnologie che stanno cambiando il mondo e i nuovi modelli emergenti – ma è anche questione di metodo. E perché quello di sapersi immaginare nuovi scenari possibili è una delle capacità trasversali che la pandemia ha fatto emergere come fondamentali, in un mondo da oggi fatto molto di più di incertezze e cambiamenti imprevisti.
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