Il senatore di Scelta civica Pietro Ichino scrive che il contratto a tutele crescenti si applica anche agli statali, visto che la nuova legge non lo esclude esplicitamente. Il ministro del Welfare Giuliano Poletti e quello della PA Marianna Madia smentiscono però l’ipotesi.
In ogni caso la confusione e la polemica troneggiano: “Il JobsAct vale per dipendenti pubblici, saranno licenziabili. Anzi no. Anzi forse. Anzi vedremo. Da licenziare in tronco è Renzi!”, scrive l’opposizione
E Renzi: ‘Non temo minacce, meno che mai dalla Cgil’ – Il Jobs Act, dice Renzi nel corso di una intervista a Qn, “è anche la diminuzione delle tasse partendo da Irap e 80 euro, è la soluzione alle tante crisi aziendali, è la lotta alla burocrazia e per una giustizia civile più efficiente”.
La Cgil si dice “pronta a tutto” per bloccare la riforma… “. Ho il massimo rispetto per il sindacato, e lo dico senza polemiche né ipocrisie o ironie – assicura Renzi – ma non sono il tipo che si lascia impressionare dalle minacce. Meno che mai della Cgil. Che ha manifestato, scioperato, e avversato in ogni modo le nostre riforme. Se ha altri modi per dire no, lo spiegherà di fronte al Paese, ci trova al solito posto, a Palazzo Chigi a provare a cambiare l’Italia”.
Il premier spiega poi che per vedere i primi risultati saranno brevi: “i primi effetti si vedranno già dal 2015, ne sono convinto, a condizione però di non mollare e continuare sulla strada delle riforme”
Sul Jobs Act “i punti fondamentali sono definiti”. Lo ribadisce il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, intervistato da Repubblica, escludendo modifiche al provvedimento e chiudendo alle richieste di Ncd e sinistra del Pd.
“Secondo noi, e secondo i tecnici del governo, la norma, tutta impostata sul lavoro privato, è scritta in modo per cui è pacifico che le nuove regole non si applichino ai dipendenti pubblici”. Intervistata dalla Stampa il ministro della P.A. Marianna Madia esclude così l’estensione delle nuove regole agli statali.
Madia smentisce anche la cancellazione di una norma che escludesse i dipendenti pubblici, come sostenuto dal senatore di Sc Pietro Ichino: “Che il comma c’era lo dice lui. Noi non siamo un governo che improvvisa: se vogliamo affrontare questo tema, lo facciamo in una discussione approfondita in Parlamento nella riforma della Pa, non cerchiamo di imporlo con la furbizia di un comma notturno in una delega sul lavoro privato”.
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