Jonathan Bazzi, anno 1985, è uno dei autori più letti in Italia. L’esordio è stato nel 2019 con Febbre (Fandango) e finalista al premio Strega 2020. Ha ricevuto diversi riconoscimenti, quali: Libro dell’Anno di Fahrenheit-Radio3, il Bagutta Opera Prima, il Premio Sila, il Premio Kihlgren e il Premio POP. Ha scritto diversi racconti inclusi in antologie e riviste, tra cui Decameron (Harper- Collins), Manifesto (Fandango Libri) e “Nuovi Argomenti”. Collabora con quotidiani e settimanali, tra cui “Domani” e “Sette” del “Corriere della Sera”.
Intervistato proprio dal Corriere, Bazzi ha raccontato un po’ della sua vita da studente in occasione di una visita al suo vecchio liceo, condividendo anche dei momenti intimi. Come lo stesso ha annunciato sulla sua pagina Facebook: “È il liceo della bidella pendolare di Napoli diventata meme vivente, ma anche lo stesso frequentato da Fedez. Il Boccioni, in quella che oggi è Citylife, è stata la mia camera delle meraviglie”.
A causa della balbuzie da ansia, all’età di 14 anni decide di abbandonare il liceo scientifico: “Dissi basta e abbandonai, convinto che un corso di studi pratico, senza interrogazioni orali, sarebbe stato la soluzione”. Lo scrittore spiega di aver provato un corso per parrucchieri, un percorso di terapia e poi la rinascita al liceo artistico Boccioni: “Qui sono rinato. Ero animato da un fortissimo desiderio di rivalsa e quindi super esigente, studioso, perfezionista. Sono sempre stato il primo della classe, forse della scuola. Mai avuto un’insufficienza, pagelle piene di dieci”.
E aggiunge infine: “Questa scuola mi ha permesso di transitare attraverso diverse discipline, umanistiche, artistiche e scientifiche, e ha placato la mia irrequietezza assegnando un ruolo anche al corpo, con il disegno, la modellazione, la scultura. Così ho raggiunto l’equilibrio che stavo cercando”.
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