L’allenatore della nazionale italiana di pallavolo Julio Velasco ha rilasciato una breve intervista a La Repubblica in cui si è detto molto favorevole allo Ius Scholae. Ecco cosa ha detto l’argentino, facendo dei paragoni per rafforzare la sua tesi.
“Mi sembra assurdo che c’è chi può prendere la cittadinanza italiana senza aver mai parlato italiano mentre chi studia qui no. I campioni diventano subito cittadini. Dovrebbe esistere uno ius tutto: ius sport, ius soli, ius scholae”, queste le sue parole.
“Un ragazzo che studia e lavora qui deve essere italiano. In Argentina ci sono ragazzi che diventano italiani per avere una possibilità, si dice ‘non si sa mai’. Va benissimo, è assurdo che non lo possa fare chi è nato qua”, ha concluso.
Velasco aveva già detto la sua in merito settimane fa: “La vera questione è la cittadinanza. Salvini dice che l’Italia è il Paese che ne concede di più: è vero, ma proprio perché vige il diritto del sangue, e basta avere un bisavolo italiano per diventare italiani; mentre non sono italiani ragazzi nati e cresciuti qui”.
“Per fortuna Egonu, Silla ed altre sono diventate italiane prima di compiere 18 anni, quando lo sono diventati i loro genitori: altrimenti non avrebbero potuto giocare in Nazionale”.
Non si placa la discussione politica in merito allo Ius Scholae, ossia l’eventuale cambiamento nella legge sull’acquisizione della cittadinanza italiana, permettendo agli stranieri che frequentano un certo numero di anni di scuola di ottenerla.
A rilanciare questa idea è stato, ancora una volta, qualche settimana fa, il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani. “Guai se abbiamo paura di concedere diritti meritati: saremmo un centrodestra oscurantista che non si rende conto dei cambiamenti della società”, ha detto Tajani chiudendo la festa di Forza Italia Giovani a Bellaria, come riporta Ansa.
“Il diritto a diventare cittadino italiano grazie alla formazione e allo studio è sacrosanto” ha aggiunto. Secondo il ministro degli Esteri, come riporta Il Corriere della Sera, è invece “un diritto sacrosanto di chi ha studiato con profitto nelle scuole italiane l’italiano, la storia, la geografia, l’educazione civica, come previsto dal nuovo programma di studi illustrato dal ministro della Lega, Valditara. Credo sia il metodo migliore per concedere la cittadinanza e un modo più serio rispetto a chi è stato in Italia fino al 18esimo anno di età”.
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