In questi giorni si fa gran parlare di quello che è stato denominato “Kit del suicidio”, un vero e proprio kit rivolto a chi vuole togliersi la vita, composto da mascherine facciali, nitrito di sodio, ma anche bombole di azoto, manometri, tubicini, sacchetti di plastica, che un uomo di Toronto, in Canada, di nome Kenneth Law, sedicente ex ingegnere aeronautico e poi chef, vendeva online a livello internazionale.
Come riporta Il Corriere della Sera, una delle persone che si è procurata questo kit nel mondo è stata una docente italiana in pensione di Ronchi Valsugana, paesino di 400 anime in provincia di Trento. La donna, Antonella, di 63 anni, si è tolta la vita con questi strumenti; è stata trovata morta, distesa nel suo letto, dalle forze dell’ordine lo scorso 4 aprile.
Insieme a lei, sul tavolo, una lettera di addio, scritta di suo pugno. “Dopo 20 lunghi anni di dolore cronico, per insonnia, estrema solitudine, intolleranza ai rumori, mi sono procurata le cose necessarie online, ordinandole all’estero, più di un anno fa. Molti anni fa ho cominciato a fare ricerche su internet per una morte pacifica. La vita a volte è ingiusta, così ora penso di aver diritto alla liberazione e alla pace. Spero quando leggerete questa lettera di aver avuto successo”, queste le sue parole.
Sulla morte della donna indaga ora la Procura di Trento, ipotizzando il reato di istigazione al suicidio. Il fascicolo al momento è a carico di ignoti. Su Kenneth Law al momento sta indagando l’Interpol del Canada, dopo la morte di almeno 4 persone nel Regno Unito. L’uomo afferma di aver venduto il suo kit a centinaia di persone. Nove gli italiani che, come l’ex docente, hanno fatto lo stesso.
L’Interpol Canada, quando ha scoperto i nomi degli italiani, ha avvisato a Roma la Direzione centrale della polizia criminale e subito sono scattate le ricerche: per la professoressa Antonella, però, ormai era troppo tardi. Ma grazie all’impegno di tutte le Questure e delle Compagnie dell’Arma, gli altri 8 della “lista Law” sono stati via via individuati e a scopo probatorio sono anche stati sequestrati loro i kit per la dolce morte. Otto italiani residenti nelle province di Milano, Napoli, Roma, Lecco, Caserta, Bologna, Pavia e Monza, alcuni di loro con gravi problemi psichiatrici e già in cura nei centri di igiene mentale.
Il medico legale ha detto che la professoressa Antonella, affetta da una grave malattia, è morta per asfissia. La donna viveva in solitudine; una volta aveva telefonato al sindaco di Ronchi, Federico Ganarin: “Mi scusi se la disturbo, signor sindaco, può mettermi un lampione davanti casa mia? Sa, io esco solo di notte, sono molto malata, ho la sindrome di Lyme”. Il primo cittadino, all’indomani della sua scomparsa, ha detto con amarezza: “Avrei dovuto fermarla, parlarci un po’ di più, chissà forse sarebbe servito ad alleviare la sua grande solitudine”.
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