Il percorso didattico, accuratamente descritto nel libro, ha coinvolto un centinaio di insegnanti, 4 dirigenti scolastici, una cinquantina di classi e poco meno di 1300 alunni che, con il coordinamento dell’ispettore Cosimo Quero, hanno dato vita ad una ricerca interdisciplinare nella quale è stato sempre in evidenza il principio dell’ “imparare ad imparare”.
Oggetto della ricerca sono siti culturali ed ambientali assai rinomati: i trulli della Val d’Itria, le chiese bizantine della Puglia, ma anche gli sterminati uliveti delle Murge e i misteriosi complessi rupestri di Gravina.
Naturalmente gli aspetti storici ed antropici non sono stati trascurati: alcune classi, infatti, si sono dedicate anche alla raccolta di fiabe e leggende popolari o alla documentazione delle tradizioni più caratteristiche del territorio (feste popolari, gastronomia, artigianato).
Il progetto, denominato Mercurio, è un esempio da imitare e da prendere a modello non solo per i temi ed i contenuti affrontati ma soprattutto per la metodologia della ricerca e per le modalità organizzative messe in atto dalle scuole.
Il progetto, infatti, si è realizzato grazie alla collaborazione delle 4 scuole, dei Provveditorati di Bari e di Taranto, oltre che della Regione Puglia, dei Comuni interessati alla ricerca (Acquaviva delle Fonti, Gravina, Martina Franca e Massafra) e di diversi enti privati.
La parte introduttiva del volume descrive con cura i processi messi in atto dallo staff di ricerca che ha fatto ricorso alle molteplici opportunità legate alla sperimentazione dell’autonomia scolastica (costituzione di una rete di scuole, stipula di convenzioni con Enti pubblici e privati, flessibilità dell’organizzazione didattica, valorizzazione delle risorse umane).
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