L’A.Ge. interviene sul referendum del 26 maggio a Bologna

Il quesito referendario non ha ad oggetto la scuola pubblica, ma il sistema cittadino integrato della scuola d’infanzia, per i bambini da 3 6 anni. A tal proposito in un suo documento l’Associazione Italiana Genitori afferma che è assai scorretta, riduttiva e non democratica, l’identificazione fra “statale” e “pubblico”. Sempre in questo documento si dice: “ Mentre nel nostro paese, dall’inizio della Repubblica ad oggi, la sanità è gestita in un regime misto a gestione regionale e privata, regolamentata da apposite convenzioni, tutto ciò non è mai stato convintamente applicato per il comparto scuola. Eppure la Costituzione, all’art 33, e la legge 62/2000 garantiscono a realtà non statali di aprire scuole che, comunque, erogano un servizio pubblico. 
Anzi, la legge chiaramente definisce il sistema pubblico come costituito da scuole dello stato, degli enti locali e di realtà private (non profit). Nel dibattito ormai decennale, spesso si è affermato scorrettamente che si sottraggono fondi alla scuola statale per devolverli a quella, impropriamente, definita privata. In realtà è il contrario. La scuola non statale si carica di allievi per cui lo Stato spende molto meno di quanto costerebbero se frequentassero le scuole statali. A Bologna, per esempio, le scuole dell’Infanzia paritarie convenzionate accolgono il 21% dei bambini e sono destinatarie del 2,8% delle risorse complessive che il Comune destina alla fascia di bambini di età 3-6 anni. Per ogni bambino delle scuole paritarie il comune spende euro 576, mentre per ogni bambino delle comunali ne spende 6.900. 
Se l’esito del referendum bolognese togliesse i fondi alle scuole dell’infanzia paritarie, con le risorse attualmente destinate a queste scuole (circa un milione di euro all’anno), il Comune potrebbe garantire nelle scuole gestite direttamente 145 posti nuovi, contro i 1.736 posti assicurati dalle paritarie convenzionate “. Si ricorda che votare B nel referendum bolognese vuol dire essere a favore della scuola pubblica. Il documento integrale: http://www.age.it/age/

Aldo Domenico Ficara

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