L’abolizione della storia dell’arte a scuola una bufala che deve far riflettere

Nessuna abolizione, abrogazione, cancellazione della storia dell’arte è in corso nei licei. In rete è dilagata una notizia che sin dal 2013, con petizioni, gruppi facebook, appelli, e tanto altro ancora, ha trovato la spinta per creare preoccupazioni, ancora, all’interno del mondo della scuola. Ma alla fine i nodi sono venuti al pettine. Sono intervenuti via twitter vari esponenti politici, anche il Ministro dell’istruzione, ove è emerso che nessuna cancellazione della storia dell’Arte è in corso nelle scuole italiane. L’Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte lo conferma. Invece una forte riduzione è emersa nell’istruzione professionale, dove è sì sparita, ed in quella tecnica dove è stata fortemente ridotta, mentre gli altri indirizzi umanistici hanno subito una consistente riduzione di ore rispetto al passato.
Da quella bufala non possono che derivare delle giuste riflessioni ed anche azioni. L’Italia ha il più grande patrimonio artistico mondiale, è un Paese che potrebbe vivere solo di turismo e cultura, ma da alcuni dati ministeriali risulta, ad esempio, che numerosi siti culturali sono attualmente non visitabili o aperti soltanto durante determinate fasce orarie, per non parlare del degrado, l’incuria od il totale stato di abbandono in cui si trovano molti siti, monumenti ed opere d’arte, spesso anche chiuse ed abbandonate nei depositi. Presso la commissione permanente della Cultura, in Parlamento, è in corso l’esame della proposta di legge recante disposizioni per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano e per la creazione della rete integrata di itinerari turistici culturali (C. 1249 Petrenga).
Una proposta di legge costituita da quattro articoli, che ha l’obiettivo di puntare sulla capacità di attrazione turistica dei siti culturali italiani e di ampliare il bacino di utenza turistica, attraverso un’adeguata valorizzazione delle risorse, la creazione di una rete integrata di itinerari turistici, con il potenziamento della rete degli esercizi ricettivi e lo sviluppo.
Però quella proposta di legge non coinvolge il Miur, le scuole e l’università. Perché non cogliere l’attimo per potenziare l’insegnamento della storia dell’arte, ma anche delle materie musicali, in Italia ed inserirla anche in quelle realtà scolastiche professionali e tecniche che hanno subito una forte riduzione se non abrogazione de facto di tale insegnamento? Perché non integrare quel progetto di legge con disposizioni che possano prevedere un reale coinvolgimento delle scuole, dell’istruzione, nella valorizzazione del nostro immenso patrimonio artistico italiano? Ciò sarebbe un qualcosa di dovuto, e che andrebbe anche in controtendenza rispetto all’imposto concetto di scuola lavoro, che vuole la conoscenza di poche e date materie, ciò grazie anche al ruolo svolto dall’Invalsi, utili per il sistema produttivo non utili per la conoscenza critica globale? Ignorare l’arte è come ignorare l’umanità, perché l’arte è la più elevata forma di espressione con la quale uomini, donne, epoche, hanno rappresentato, nel bene o nel male, la storia, quella storia di cui noi tutti siamo figli e figlie.
Ignorare l’arte significa ignorare una parte fondamentale del nostro passato e senza la conoscenza del passato non si potrà certamente maturare una comprensione piena e complessiva del presente.
 
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