“Il 70% degli italiani non è in grado di elaborare informazioni matematiche in Italia. Nessuno vuole abolire la cultura umanistica ma serve un nuovo equilibrio tra cultura umanistica e cultura scientifica”, ha detto il pm Andrea Ichino nella “requisitoria” tenuta al Teatro Carignano di Torino il 14 novembre.
Per l’accusa, inoltre, “non è vero che studiando al classico si può fare qualunque cosa. Ad esempio tra gli studenti che tentano il test di medicina quelli del classico hanno meno risultati positivi”.
“Ma avere una cultura umanistica – ha ribattuto il filosofo e scrittore Umberto Eco – significa saper fare i conti con la storia e con la memoria. L’umanità sta perdendo la memoria”.
Secondo Eco bisogna portare l’inventiva e la creatività anche nel mondo scientifico e tecnologico” e “contrastare quelle sacche di iper specializzazione dove l’esperto di malattie rate non sa curare un raffreddore”. Bisogna sapere insegnare non solo il teorema di Pitagora “ma anche qual era il suo terrore dell’infinito”.
La Corte era presieduta dal procuratore della Repubblica di Torino, Armando Spataro; la difesa affidata a Umberto Eco; l’accusa all’economista Andrea Ichino. Tra i testimoni, lo scrittore Marco Malvaldi, il matematico Stefano Marmi della Scuola Normale Superiore di Pisa, il filologo Luciano Canfora e il logico e filosofo della matematica Gabriele Lolli.
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