Il Partito Democratico deve dare credito e ascolto alle richieste che vengono dal basso, dalla gente, su temi prioritari come lavoro, povertà e scuola.
Lo ha ribadito Roberto Speranza, aprendo alla Camera la riunione dei bersaniani, un centinaio di persone tra parlamentari, eurodeputati e rappresentanti territoriali, che si contrappongono all’area “renziana”.
Secondo Speranza, urgono interventi urgenti del governo su lavoro, povertà e scuola, da un lato, e un congresso del Pd che “non sia una farsa fatta solo come plebiscito per il capo ma una discussione politica vera dal basso” sono i due binari su cui si muove il leader della minoranza che, in caso di congresso, è candidato alla leadership.
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Sono mesi, ormai, che l’ala sinistra del Pd continua a chiedere di cambiare la Legge 107/15 e di riaprire il dialogo coi docenti.
Il dem di minoranza, allargando il discorso, ritiene che il paese viene “prima di tutto” e per questo il Partito Democratico non deve precipitare il paese alle elezioni anticipare come “il partito dell’avventura”.
Quanto al congresso del Pd, le cui quotazioni oggi salgono anche tra i renziani, Speranza sostiene che tutto dipende se c’è la coalizione o no.
Per l’ex capogruppo, “primarie o congresso non possono essere una farsa perchè il punto non è cambiare le figurine ma la linea politica”.
Per capire se l’appello di Speranza verrà o meno preso in considerazione (su chiamata diretta, merito, autonomia eccessiva dei ds e altro), non bisogna attendere molto: l’esito delle leggi delega, con le modifiche richieste, è atteso con l’inizio della primavera.
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