Un ragazzo dell’istituto Michelangelo Buonarroti di Caserta è stato, secondo il racconto del Giornale, umiliato dalla sua professoressa perché aveva messo una maglia con la faccia di Silvio Berlusconi.
E non solo lo rimprovera e gli riversa addosso tutto il suo disprezzo, ma lo obbliga a indossare la t-shirt al contrario. Il Giornale rimarca che se vanno bene le magliette coi santini di Che Guevara e Fidel Castro, di cui pure sono piene le scuole a ogni latitudine, evidentemente quella “del cattivo di Arcore no”; benché, per prova contraria, si dovrebbe provare, diciamo noi, consentendo ai ragazzi di portare magliette col viso di Vendola, Grillo, Bersani, Renzi e anche Brunetta e compresa Gelmini. E poi chi più ne ha più ne metta, in modo che la scuola diventi una sorta di grande sponsor di tutti i partiti politici nella rappresentazione dei volti dei loro esponenti di punta.
Ma la storia mica è finita qui, perché prima dell’improvviso spogliarello, la professoressa, secondo quanto denunciato dai genitori del ragazzo ai carabinieri del comando provinciale di Caserta, lo avrebbe addirittura insultato in classe. Urlandogli frasi poco onorevoli, riportate testualmente nella querela, come “Ti dovresti impiccare tu e Berlusconi” e un più sobrio “Ti ucciderei a te e pure a lui”.
L’indignazione della docente, tuttora in servizio, anche se sottoposta a procedimento disciplinare, come confermato al Giornale dalla preside Antonia Di Pippo, non è passata inosservata e priva di conseguenze nell’istituto intitolato all’autore della Pietà.
I genitori del ragazzo hanno deciso di rivolgersi all’autorità giudiziaria perché adesso viene la parte più difficile di tutta questa vicenda. Il giovane non riesce a superare lo choc di tornare in classe e vuole cambiare istituto. Con tutte le conseguenze che una scelta del genere comporta sulla sua formazione. “Sto seguendo le disposizioni dettate dalla norma”, dice il dirigente Di Pippo, “e, di conseguenza, c’è una procedura di contestazione in corso rispetto alla quale ci sarà una sanzione. Poiché la procedura è in corso, non posso aggiungere altro”.
I tempi dovrebbero essere brevi:
“Tutto l’iter si completerà per il 10 giugno”. Entro quella data, la preside avrà completato il giro di audizioni e le indagini per accertare la ricostruzione dei fatti. Dopodiché “prenderò gli opportuni provvedimenti”. E questo è quanto sarà deciso in sede amministrativa.
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