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L’alunno è bravo in italiano e matematica? Ringrazi il maestro delle elementari

L’esito scolastico di un alunno? Tranne gli individui nati per lo studio e l’apprendimento, nel 90 per cento dei casi dipende dalla bravura dell’insegnante della scuola primaria. Quella che è una convinzione comune viene ora confermata da uno studio empirico realizzato dall’altra parte dell’Oceano: a realizzarlo è stato Spyros Konstantopoulos, docente di Scienze dell’educazione della Michigan State University (East Lansing, negli Stati Uniti), che ha reputato decisivo anche il ruolo dei maestri della scuola d’infanzia.
Le conclusioni dello studio, pubblicate dalla rivista ‘Teachers College Record’ confermano pienamente quanto sperimentato negli anni dalle famiglie: nel rapporto finale si legge che le performance scolastiche degli studenti, sia nella matematica, sia nella lettura, sono fortemente determinate dalla qualità degli insegnanti incontrati nei primi anni di scuola.
Nelle conclusioni si spiega anche che l’effetto maggiore di questa tendenza è quello riscontrato nelle capacità di lettura: ciò perchè probabilmente, ha spiegato il docente ricercatore, perché i primi insegnanti si concentrano soprattutto su questa disciplina. “Dovremmo avere gli insegnanti migliori possibili a tutti i livelli di istruzione – ha commentato il professore di Scienze dell’educazione – ma dovendo dare una priorità alle risorse, forse si dovrebbe dare la precedenza ai primissimi anni di scuola, perché sono quelli in cui gli studenti ricevono la maggior parte degli strumenti di base per la lettura e la matematica“. E l’efficacia di un buon insegnamento permane indipendentemente dai docenti degli anni successivi.
Konstantopoulos ha però confermato un altro dato su cui addetti ai lavori e sindacalisti spesso si soffermano: per svolgere al meglio il proprio compito, ai docenti della scuola d’infanzia e della primaria (ma la regola vale anche per la scuola superiore) non bisogna affidare classi troppo numerose: la qualità del docente “è importante tanto quanto ridurre il numero di studenti per classe”, ha concluso il professore.
Alessandro Giuliani

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