Il MIUR dovrà finalmente rassegnarsi e corrispondere ai ricorrenti ANIEF le differenze retributive mai riconosciute e tutti gli interessi legali non corrisposti a seguito dei plurimi contratti a tempo determinato stipulati con i nostri iscritti. La Corte d’Appello di Torino, infatti, con cinque distinte sentenze di identico tenore, rigetta i ricorsi MIUR e ribadisce che “L’oggettiva disparità di trattamento che sussiste, sotto il profilo retributivo, tra i docenti a tempo determinato ed i docenti a tempo indeterminato potrebbe ritenersi giustificata, ai sensi della Direttiva 1999/70/CE, soltanto ove fosse dimostrata l’esistenza di “ragioni oggettive”, che tuttavia – secondo quanto precisato dalla Corte di Giustizia – non possono consistere né nel carattere temporaneo del rapporto di lavoro, né nel fatto che il datore di lavoro è una pubblica Amministrazione, né, infine, nel fatto che il trattamento deteriore dei lavoratori a termine sia previsto da una norma interna generale ed astratta, quale una legge o un contratto collettivo”.
Le ragioni addotte in Appello da MIUR sono state, dunque, ritenute dai Giudici senza “alcuna correlazione logica con la negazione della progressione retributiva in funzione dell’anzianità di servizio maturata, che risponde unicamente ad una finalità di risparmio di spesa pubblica, comprensibile ma del tutto estranea alle “ragioni oggettive” nell’accezione di cui alla clausola 4, punto 1, dell’Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato”.
MIUR sconfitto dall’ANIEF anche in secondo grado, dunque, con una nuova conferma sull’annosa questione della parità di trattamento tra lavoro precario e lavoro a tempo indeterminato che il Ministero dell’Istruzione sembra faticare a “digerire”. La condanna alle spese di giudizio a carico del MIUR è stata esemplare, pari a un totale di oltre 10.000 Euro, cui si aggiunge la condanna al pagamento del corrispettivo del contributo unificato versato per ogni giudizio incardinato. Ancora una volta l’ostinazione del MIUR e la pervicace negazione di diritti fondamentali come l’equa retribuzione e la parità di trattamento, è stata censurata in tribunale grazie all’intervento dei nostri legali; ancora una volta, e con estrema soddisfazione, il nostro sindacato ha tutelato diritti e dignità dei lavoratori della scuola.
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