Dopo l’esito del concorsone, che ha mietuto un insegnante su due, innescando tutta una serie di ricorsi e di contenziosi, si attendono ora i risultati degli orali, che, se saranno altrettanto disastrosi, rischiano di mettere veramente in crisi tutto l’apparato organizzativo della scuola.
In ogni caso entro il 15 settembre si dovrebbero concludere tutte queste operazioni, mentre per ora l’unica certezza è che all’apertura del nuovo anno scolastico mancheranno all’appello insegnanti e supplenti, mentre in alcune Regioni non ci sono nemmeno i dirigenti come in Emilia Romagna dove un istituto su quattro è ancora senza. Secondo le prime stime, almeno 90mila posti sui 600mila di ruolo saranno assegnati ai supplenti, per cui ciò che si voleva definitivamente debellare dalla istruzione italiana torna inesorabilmente vincente.
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Implementata intanto la cosiddetta “chiamata diretta”, resta da capire ora da dove attingeranno i presidi il personale per riempire tutte le cattedre di cui la loro scuola ha bisogno, considerato appunto che molte delle 32 mila assunzioni previste per quest’anno sono ancora in bilico a causa del fatto che oltre 300 commissioni su 800 non hanno ancora completato la correzione degli scritti. Fermo restando rutti gli impediemnti e la pletora enorme di ricorsi che contribuiranno a creare confuzione e ritardi.
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