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“L’anno scolastico si apre in uno scenario allarmante”

“L’anno scolastico si apre in uno scenario allarmante”: è perentorio il giudizio di Save the Children, alla vigilia dell’avvio delle lezioni, dopo aver promosso una ricerca, realizzata da Ipsos, su “Il ruolo e le condizioni del sistema educativo italiano”.
Secondo l’associazione, il 2013/14 si aprirà con “meno tempo scuola, scarse opportunità di formazione dei docenti, edifici insicuri, classi affollate, taglio delle attività extrascolastiche, discriminazione nei servizi di refezione, offerta insufficiente di servizi per la prima infanzia: tutto questo – sostiene Save the Children – colpisce i minori, in particolare quelli dei contesti più svantaggiati, e compromette le loro opportunità di crescita”.
“Il governo – afferma Raffaela Milano, direttore Programmi Italia – Eu di Save the Children – ha assunto alcuni impegni importanti sul fronte scolastico, come lo stanziamento dei fondi per l’edilizia scolastica o il rilancio dei programmi di contrasto alla dispersione nelle regioni del Sud. È indispensabile rafforzare questo impegno, invertire decisamente la rotta rispetto alla stagione dei tagli degli investimenti per l’istruzione (nel periodo 2008-2011 la scuola ha subito tagli per 8,4 miliardi di euro e l’Italia spende per la scuola il 4,7% del Pil rispetto al 6,3% della media Ocse). Non possiamo lasciare solo sulle spalle degli studenti, delle famiglie e dei docenti questo enorme problema. E’ indispensabile rimettere concretamente la scuola al centro dell’attenzione delle istituzioni e della opinione pubblica”.
 Sempre secondo la Milano, i dati della ricerca dimostrano che “nel percorso scolastico dei bambini hanno sempre più peso i divari di tipo economico, sociale e culturale delle famiglie e dei territori di provenienza”.
Dalla ricerca emerge ritratto in chiaroscuro della scuola italiana. L’indagine ha preso in considerazione un campione di 401 ragazzi fra i 14 e i 17 anni di tutta Italia, e un campione di 1.487 genitori con figli minori. La visione dei genitori verso l’istruzione pubblica è un deciso peggioramento (87%), che viene imputato a carenza di fondi (35%, con picchi del 41% in Piemonte e Lombardia), depauperamento di strutture e dei servizi (27%, che tocca il 33% in Veneto e Puglia). C’è poi lo stato di inadeguatezza, se non di fatiscenza vera e propria, delle strutture ospitanti, che viene rilevato dal 90% degli intervistati.
La famiglia gioca un ruolo chiave nel sostegno economico delle attività scolastiche, provvedendo molto spesso (78% di adulti) all’acquisto di materiali destinati alla didattica, come carta, e fotocopie, ma anche di altre necessità di carattere più generale come, ad esempio, la carta igienica. I genitori concorrono anche a sostenere l’insegnamento di alcune materie, più spesso in aggiunta al corso di studi (44%) ma anche materie previste dal curriculum (31%, che diventa 40% in Campania e 39% in Lazio).
Secondo la stragrande maggioranza dei genitori italiani, questi costi sono nettamente aumentati nell’ultimo periodo: ben l’81% dice di aver dovuto contribuire in misura maggiore all’acquisto del materiale didattico nell’ultimo periodo, dato che arriva al 92% in Lombardia e 86% in Liguria. Per il 78%, gli aumenti hanno riguardato il contributo per l’insegnamento di materie curricolari (il dato arriva a ben il 93% in Campania), mentre il 76% dice di aver subito l’impennata dei costi del servizio mensa (con picchi dell’84% in Lombardia e 82% in Veneto) e i contributi per il materiale non didattico (che arriva all’84% in Sardegna e all’83% in Lombardia).
I genitori italiani, inoltre, riconoscono che le precarie condizioni in cui gli insegnanti si trovano a lavorare agisce da barriera in due sensi, da un lato perché di fatto ostacola un percorso scolastico organico e fluido per i ragazzi (87%), dall’altro perché la motivazione dei docenti influisce sul livello di insegnamento (84%) e sul riconoscimento della figura del docente come adulto di riferimento (79%).
Anche i giovani hanno una chiara percezione delle difficoltà finanziarie del sistema scolastico italiano (33%), e della scarsa qualità delle strutture scolastiche (21%): 1 ragazzo su 4 ritiene che la condizione della scuola sia appena accettabile, il 12% di essi la ritiene bassa, mentre 1 ragazzo su 10 la reputa molto buona. Gli studenti intervistati concordano con gli adulti che la misura più urgente per migliorare ulteriormente la loro scuola sia la garanzia di un corpo insegnanti stabile al fine di garantire un corretto percorso di studi (51%), ma ritengono che vada no anche garantiti formazione dei docenti (25%) e interventi sulla struttura che ospita la scuola (16%).
Una curiosità: da parte di genitori e alunni giungono le stesse richieste che fanno da anni docenti e sindacati.
Alessandro Giuliani

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