E il comunicato dell’Uds aggiunge che il piano del governo è tipico di un Paese in cui la “retorica del docente fannullone prevale sulla necessità di migliorare la didattica”.
Dice Danilo Lampis, coordinatore dell’Uds: “Aumentare le ore dei docenti in ruolo a parità di salario non è solo un’ingiustizia per gli insegnanti, tra i meno pagati in Europa, ma potrebbe comportare un peggioramento della didattica e dell’attenzione nell’insegnamento”. Critiche anche al “clima competitivo” – che se dovesse instaurarsi tra i docenti – “metterà fortemente in difficoltà il patto educativo ed il rapporto con gli studenti”.
Meglio prevedere aumenti salariali e corsi di aggiornamento piuttosto che affidarsi alla volontà del singolo dirigente scolastico.
Per gli studenti, “le scuole debbano essere aperte sul serio fino alle 22, configurandole come presidio di democrazia e di lotta alla dispersione scolastica”. Come? Assumendo i precari, aumentando gli stipendi e finanziando il “Mof, il Miglioramento dell’offerta formativa”.
Poi l’attacco al ministro Giannini: “Non ha un’idea di scuola: è a dir poco inaccettabile che si continui a ragionare nell’ottica dei tagli su una scuola sofferente e martoriata. Chiediamo che il Governo ascolti gli studenti, gli insegnanti e i genitori e non proceda in maniera antidemocratica annunciando sin da ora la conversione di questa proposta in una legge delega da presentare nei prossimi giorni”. Meno spot, più partecipazione.
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