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L’antidoto al dilagare degli esuberi e dei soprannumeri è l’organico funzionale “puro”

Ogni anno, di questi tempi, fatte le graduatorie interne d’Istituto e formati gli organici di diritto, si possono contare centinaia di migliaia di docenti perdenti posto, che dopo tanti anni di continuità di servizio prestati nella stessa scuola di titolarità, si trovano improvvisamente risucchiati in quell’imbuto che si chiama soprannumerarietà. Per costoro incomincia quella che viene chiamata la “transumanza degli insegnanti”, che nella migliore dell’ipotesi si risolve con il trasferimento in un’altra scuola dello stesso comune, ma che potrebbe anche sfociare nell’entrata del tunnel della dotazione organica provinciale, dove vengono collocati tutti quei docenti rimasti senza sede. Costoro rimangono a disposizione della provincia e vengono assegnati annualmente in diverse scuole per coprire eventuali spezzoni e ore residue, come fossero tappa buchi di tutte le scuole della provincia. 
Come porre rimedio a questa umiliante transumanza? Qual è lo strumento più idoneo per fare in modo che questa forza lavoro, destinata a perdere posto, possa essere giustamente canalizzata? A nostro modo di vedere l’antidoto al dilagare degli esuberi e dei soprannumeri è l’organico funzionale “puro”. L’aggettivo qualificativo “puro” accanto al sostantivo organico funzionale ha un fondamentale valore di principio politico. Questo vuol dire che l’organico funzionale deve essere svincolato dalle catene costrittive dell’art.64 della legge finanziaria n.112/2008, in modo da essere realmente funzionale al conseguimento dell’offerta formativa deliberata dal Collegio di una data scuola. Proporre un organico funzionale, così come già fatto dall’ex ministro Profumo, vincolato al rispetto dei principi e degli obiettivi di cui all’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 è un provvedimento sterile che ha il sapore della beffa. 
Vogliamo ricordare che l’organico funzionale “annacquato” è stato già approvato dalla legge n.5/2012, che all’art.50 si occupa di attuazione sull’autonomia scolastica. Pensare ad un organico funzionale limitato dai tagli degli organici previsti dal dl n.112, è del tutto inutile e non risolve il problema della crescita esponenziale dei perdenti posto e nemmeno dell’organizzazione del lavoro delle singole scuole. Con l’insediamento a viale Trastevere del neo ministro Maria Chiara Carrozza, forte sostenitrice dell’organico funzionale, quello che è lecito sperare, è che si abbandoni l’idea attuale di un organico funzionale “limitato” e si possa superare, con decisione, questa fase, con l’introduzione dell’organico funzionale “puro”. Intanto per l’anno scolastico 2013-2014, ignorando la legge n.5/2012, ci si avvia ancora una volta a fare un organico di diritto che poi verrà adeguato successivamente ai bisogni che di fatto si renderanno necessari.

Lucio Ficara

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