L’appello degli studenti ai politici: Ora basta. Ripartite da noi!

“Ora basta. Ripartite da noi!”. All’inizio della settimana che porterà alle elezioni politiche, è questo lo slogan che la Rete degli Studenti, una delle associazioni studentesche da anni più attive nella difesa dei diritti degli iscritti a corsi superiori, si è rivolta i candidati che si apprestano a salire in Parlamento. L’organismo studentesco sostiene che “da anni noi studenti italiani siamo abbandonati a noi stessi, inascoltati dai Governi, privati di ogni prospettiva, considerati una spesa sulla quale tagliare, umiliati da continui attacchi al mondo della scuola e dell’istruzione”. Chiedono, quindi, di “essere ascoltati perché per troppo tempo non lo siamo stati, per troppo tempo le nostre voci sono rimaste nelle tante piazze piene, mentre le decisioni si sono prese nelle stanze vuote e sempre più lontane da chi dovrebbero rappresentare”.
La fotografia che la Rete degli Studenti fa della nostra scuola è davvero pessima. Le nostre scuole sono ridotte ai minimi termini, private del loro ruolo di centro culturale, senza fondi per attività extra e spesso neanche per il regolare svolgimento delle lezioni, laboratori chiusi, edifici pericolanti e fatiscenti. Per noi studenti il diritto allo studio è rimasto un sogno ad occhi aperti: i libri di testo continuano a costare sempre di più, i trasporti scolastici continuano ad essere scadenti, pochi e molto cari. La possibilità di studiare è sempre più riservata ai pochi che se lo possono permettere. Dietro la retorica del merito, abbiamo un sistema di istruzione che è sempre meno legato alle capacità degli studenti e sempre più legato alle condizioni di partenza, al reddito e all’educazione della famiglia di origine. Nessun Governo è mai riuscito ad incidere veramente sul diritto allo studio, e ancora oggi il nostro paese non ha una legge quadro nazionale che definisca i livelli minimi che ogni regione deve fornire. La struttura delle nostre scuole resta rigida e continua a favorire l’abbandono scolastico che ormai si attesta al 19%”.
Gli studenti lanciano quindi il loro appello: “vogliamo che le forze politiche si impegnino ad ascoltare noi per primi, proprio noi che nonostante tutto crediamo ancora in un futuro diverso che parta proprio da un investimento vero nella nostra formazione”.
Poi presentano una lunga serie di proposte “per rivoluzionare la scuola pubblica”, rivolte a tutti coloro che si candidano “a rappresentare e guidare il Paese intero”.La prima proposta riguarda ledilizia scolastica: per gli studenti è “uno dei drammi più grandi del nostro Paese. Nel 45% delle scuole italiane c’è bisogno di interventi strutturali, in una scuola su quattro ci sono evidenti segni di fatiscenza. Il 57% ha la finestre rotte, e in una scuola su due non è presente la palestra. La percentuale di scuole pericolanti al sud arriva addirittura al 52%. Gli edifici scolastici sono un elemento strutturale indispensabile per la possibilità di realizzazione del diritto allo studio. La situazione è gravissima”. Chiedono, quindi, “la pubblicazione di un’anagrafe dell’edilizia scolastica, che  sarebbe un passo avanti nel definire lo stato delle cose e rendere possibile l’ individuazioni di priorità”.
Gli studenti chiedono poi “un progetto a lungo termine che passi obbligatoriamente per una riforma dei cicli e si debba costruire a partire da noi, dalle nostre reali necessità. I tecnici e i professionali – continua la Rete – sono considerati oggi delle scuole di serie B, e chi le frequenta viene considerato destinato direttamente al mondo del lavoro. Siamo assolutamente contrari alla divisione progettata ad arte tra licei e scuole tecniche e professionali, per rendere le prime scuole di elité, e le seconde scuole per chi non si potrà permettere l’università”.
Per la Rete degli studenti un altro punto sul quale intervenire è “la canalizzazione precoce del percorso formativo. Oggi siamo costretti a scegliere il nostro percorso formativo, già così drasticamente canalizzato, a 13-14 anni. I sistemi di passerelle da un percorso all’altro sono decisamente limitati e gli studenti si trovano a scegliere il proprio futuro precocemente con scarse possibilità di cambiare la propria scelta. Riteniamo fondamentale rendere consapevole la scelta del proprio percorso formativo per abbassare la percentuale dell’abbandono scolastico. Il 13,3% degli studenti , infatti, abbandonano la scuola proprio al primo anno”. Chiedono, dunque, “che i primi due anni di scuole superiori siano uguali in ogni indirizzo” e che “nel triennio il nostro apprendimento non venga ingabbiato dentro piani di studio rigidi: vogliamo che in tutti i piani di studio vengano previste alcune materie a scelta da affiancare alle materie obbligatorie previste dalla scuola scelta”.
Poi le altre proposte: dal rinnovo della didattica (con l’introduzione di materie quali ‘educazione alla legalità’ o ‘educazione alla pace e ai diritti umani’) a quello della valutazione (con l’introduzione dell’autovalutazione e della valutazione collegiale), dall’introduzione di un vero diritto allo studio (con un sistema di borse garantite per i meno abbienti, con una ridefinizione delle fasce di reddito ed un sostanziale aumento degli assegnatari, i libri di testo totalmente gratuiti, una politica di gratuità ed agevolazioni delle aziende locali dei trasporti, con l’impegno forte degli enti locali a garantire a tutti la possibilità di andare a scuola, il potenziamento dela carta di cittadinanza studentesca “io studio”) sino alla legittimazione della rappresentanza studentesca, da intendere “come riconoscimento del valore sociale degli studenti, strumento di tutela dei diritti, miglioramento della condizione studentesca e come fondamentale mezzo di crescita e diffusione della cittadinanza attiva, valore fondante la democrazia”. L’obiettivo è che la “Rappresentanza vada riformata in maniera da migliorarla ed espandere la partecipazione degli studenti negli organi decisionali, non diminuendo le possibilità di incidere”.
 
Per una lettura completa delle proposte della Rete degli Studenti ai candidati alle elezioni politiche si può consultare il seguente link
Alessandro Giuliani

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Alessandro Giuliani

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