Secondo l’assessore regionale all’Istruzione del Veneto, la diversità di trattamento che il governo centrale riserverebbe alle Regioni del sud rispetto a quelle del nord Italia non è più tollerabile. La Lega Nord, di cui l’assessore è espressione, ricavalca la vecchia cavalcatura zoppa della disparità di trattamento fra Nord e Sud.
“Da anni – ha spiegato – segnaliamo un netto sbilanciamento tra le scuole del nord e quelle del sud che molto spesso, purtroppo, non rispettano i parametri con l’accondiscendenza di Roma. Cosa comporta questo atteggiamento? Semplice: anche nell’ambito dell’istruzione le Regioni virtuose vengono bastonate a discapito di quelle che non promuovono un atteggiamento responsabile”.
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“Solo per fare un esempio – osserva l’assessore regionale – basti pensare che in termini di popolazione scolastica, per l’anno scolastico 2016/2017, la Sicilia ha avuto un calo di 10.235 alunni e la Campania di 11.524. Ciò significa che queste regioni avrebbero dovuto avere un taglio di personale docente di almeno 750 unità ciascuna. E invece, per loro, il taglio di posti è di sette volte inferiore, rispettivamente di meno novanta e meno cento. Come già ho sostenuto nei giorni scorsi, all’opposto in Veneto mancano ben 473 docenti che sarebbero utilissimi a sdoppiare le classi sovraffollate e le pluriclassi fuori parametro, a garantire il tempo pieno, a dare il doppio turno alle sezioni dell’infanzia”.
Che potrebbe essere, quella dell’assessore, una richiesta legittima e apprezzabile, ciò che disturba sono gli stantii riferimenti al Sud e l’incitamento alla guerra di secessione che hanno fatto il loro tempo e che sarebbe bene mettere di lato per un impegno comune sul lavoro e l’occupazione. E per una riforma ampiamente condivisa della scuola.