Dopo l’intervista del direttore de La Tecnica della Scuola Daniela Girgenti a Francesco Luccisano, capo della segreteria tecnica del ministro Giannini, estensore del rapporto sulla Buona Scuola e presidente dell’associazione Rena, è doveroso analizzare alcuni principi fondanti di questa associazione e le possibili ricadute sul mondo della scuola.
L’associazione Rena in questi ultimi tempi ha elaborato una serie di proposte che possono essere riassumibili in quattro parole chiave: apertura, responsabilità, trasparenza ed equilibrio.
Apertura, intesa come rimozione delle barriere all’ingresso al mercato del lavoro.
Responsabilità, intesa da parte del legislatore, per incentivare la riqualificazione e formazione dei lavoratori; da parte delle imprese, per favorire questo processo; da parte degli individui, perché si impegnino a migliorare costantemente le proprie conoscenze e competenze.
Trasparenza, nella pubblicazione da parte delle imprese dei criteri di selezione dei propri dipendenti, per ridurre le asimmetrie informative.
Equilibrio, tramite un nuovo sistema di welfare che rimuova la dualità tra lavoratori “garantiti” e non “garantiti”, estendendo a tutte le tipologie di contratto le garanzie che dovrebbero essere patrimonio della collettività: malattia, maternità, ferie, ammortizzatori sociali.
Particolarmente interessante, con riferimento all’istruzione, è lo stralcio di un articolo pubblicato nel sito web Repubblica degli stagistii, in cui si legge: “Monica Lucarelli, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Roma, propone interventi anche sul fronte della formazione: Ci sono molti italiani che frequentano l’università senza reali motivazioni, laureandosi magari a 29 anni per poi andare a ingrossare le fila dei disoccupati. Ecco, togliamo questa parte di disoccupazione inserendo il numero chiuso alle università. Impieghiamo i test Invalsi nelle scuole e negli Atenei per favorire una formazione d’eccellenza”.