L’atto di indirizzo Miur 2017 persevera nell’errore

Il ministro Valeria Fedeli ha elencato “le priorità politiche del Miur per l’anno 2017 e ha individuato le aree di intervento sulla base delle nuove finalità da perseguire”. 
Nove sono le priorità individuate che, analizzate, mostrano l’assenza della necessaria visione strategica, l’adesione acritica al vissuto dell’istituzione, il disinteresse per l’origine dello stallo in cui vive la scuola.
E’ sufficiente analizzare la prima priorità, concernete Il “Miglioramento del sistema scolastico: formazione iniziale/reclutamento, formazione in servizio, autonomia e valutazione”, per oggettivare il giudizio.
Come si può migliorare il SISTEMA scolastico se non si valorizza l’unitarietà della gestione, non se ne esplicita la finalità, non si rispettano i vincoli derivanti dall’interdipendenza strutturale.  (“La politica scolastica .. tra superficialità e improvvisazione”).
Come si possono ipotizzare percorsi di formazione e di reclutamento se non si definiscono funzioni e compiti del lavoratore?  (“La vacuità del piano per la formazione dei docenti 2016-2019”).
Come si può prefigurare la formazione in servizio se l’assetto organizzativo è indeterminato?
Come si può evocare l’autonomia senza sanare la contrapposizione legge 107/2015 -DPR 275/99? “Autonomia di Luigi Berlinguer VS autonomia di Stefania Giannini“).
Come si può pensare alla valutazione senza aver definito gli standard? “Linee guida per il governo della scuola”.
Più in generale: le priorità politiche possono essere identificate, solamente se le esperienze sono capitalizzate.
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