Il prof Piga, keynesiano, professore di economia all’università di Tor Vergata, propone di stanziare una somma pari al 2% del Pil, oltre 30 miliardi, ricavabili dal “taglio vero degli sprechi negli appalti pubblici che oggi occupano circa il 12% del nostro Pil e contengono sprechi di prezzi e quantità ben superiori al 20%”.
Con questi 30 miliardi l’associazione “I viaggiatori in movimento” presieduta da Piga vuole realizzare una serie di investimenti:
1) l’aumento delle retribuzioni dei docenti scolastici dello 0,3% del Prodotto interno lordo (5 miliardi di euro) a fronte di una riforma (che dettagliamo) che renda la scuola ancora più efficace nell’insegnamento;
2) l’aumento dello 0,3% del Pil (5 miliardi di euro) delle retribuzioni dei ricercatori universitari e degli enti di ricerca, per avviare il rientro dei cervelli sul serio, a fronte di una riforma (che dettagliamo) delle università che premi la qualità degli atenei su ricerca e didattica;
3) una spesa dello 0,5% del Pil (8 miliardi di euro) per assistere, con le migliori case di consulenza che abbiamo, le piccole e medie imprese nel formarsi sulle funzioni organizzative, dove è dimostrato stentano di più nell’avvio;
4) un credito d’imposta come in Francia (ma da noi riservato solo alle Pmi) per le spese in ricerca e sviluppo dello 0,3% del Pil (5 miliardi di euro);
5) 0,6% del Pil (10 miliardi di euro) riservato a un servizio civile temporaneo e non ripetibile negli uffici pubblici (musei, patrimonio, ospedali, tribunali, università, scuole, parchi ecc.) per giovani disoccupati e inoccupati di 1 o 2 anni così da migliorare al contempo la qualità dell’azione pubblica, caratterizzata da una età media tra le più alte al mondo.
Piga ha anche una proposta per l’Europa: quando sarà approvata la Tobin tax, usarne i proventi per aprire un conto corrente bancario alimentato con 1.500 euro ogni anno per ogni nuovo nato, conto corrente che il giovane europeo potrà utilizzare per la sua istruzione o la sua formazione professionale dopo che avrà compiuto 18 anni.
Per Alberto Bisin, firmatario della piattaforma di Oscar Giannino “Fermare il declino” ed editorialista de Lavoce.info, la cifra individuata è più o meno la stessa indicata da Piga: 35-40 miliardi di euro, che si possono “risparmiare dal bilancio dello Stato, senza riforme strutturali”.
Dai tagli ai costi della politica secondo Bisin si possono recuperare 10 miliardi, mezzo punto di Pil. Quel mezzo punto che l’Italia spende più della Germania nel finanziamento di “Organi esecutivi e legislativi, affari esteri”. Altri 4-5 miliardi si possono reperire dai tagli alla Difesa, agendo soprattutto sulla riduzione del personale (in Italia si spende così il 62% del bilancio della Difesa, contro il 48% della Germania e il 45% della Francia). Bisin propone anche di tagliare i sussidi alle imprese per risparmiare altri 10 miliardi di euro.
Quindi si può intervenire sulla spesa per le pensioni, con “un’azione mirata sulle pensioni più elevate” che dovrebbe “garantire sostanziali ulteriori risparmi sulla spesa previdenziale” per circa 8 miliardi. Si possono ricavare altri 4 miliardi di euro “2 miliardi dei quali solo in Lazio e in Campania”, intervenendo sui consumi intermedi, voce dietro la quale si nascondono gli sprechi nella spesa sanitaria.
Infine Bisin vede possibili interventi sulla riduzione degli stipendi del pubblico impiego: tagliare del 10% le retribuzioni, con un criterio progressivo che sforbici di più sulle buste paga più elevate e di meno sui redditi più bassi, farebbe risparmiare altri 12 miliardi. Un totale di 50 miliardi che secondo Bisin si può destinare alla riduzione delle tasse, a tutto beneficio del Pil.
Lo dicono in maniera diversa, indicano aree di intervento diverse, ma Piga e Bisin dimostrano che “si può fare“. Cosa? Senza grandi riforme, senza morire di deficit o di austerity, si possono recuperare decine di miliardi dagli sprechi e investirli nel rilancio dell’economia e dell’occupazione giovanile (Da Blitz)
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