In sintesi le riforme che Professione Insegnante propone:
1) Abolire l’autonomia scolastica nell’ambito della riforma del titolo V della Costituzione e sostituirla con un sistema di macro aree dipartimentali/gestionali e organizzative, articolazioni autonome del MIUR.
2) Eliminare la dirigenza scolastica, gli attuali dirigenti scolastici saranno collocati in un ruolo ad esaurimento , impiegati negli istituendi nuovi uffici amministrativi territoriali e periferici, che dovrebbero sostituire gli USR e/o al Ministero o, prevedendo il loro trasferimento a domanda, in altre amministrazioni dello Stato.
3) L’ istituzione nelle scuole italiane, come in altri Paesi, del rettorato scolastico a tempo determinato, con un docente rettore eletto dal collegio dei docenti, tra insegnanti che hanno superato, previo prove psicoattitudinali, corsi concorsi di formazione con tirocinio di un anno.
4) Eliminare fin dal prossimo Contratto il MOF come finanziamento delle attività aggiuntive nella scuola.
5) Prevedere dei ruoli professionali della docenza a livello di istituto o o di rete di scuole, con retribuzioni definite a livello nazionale, per tali funzioni d’istituto, è possibile prevedere a) l’istituto del part time, b) l’esonero dall’insegnamento, c) la diversificazione professionale nell’ambito della riforma del turn over della docenza italiana.
6) Diversificare ruoli e funzioni ( attività scolastiche, funzionali, e di ricerca) dal discorso sul merito, oggi parola magica con cui si vorrebbero coprire da parte di ministri pro tempore le vergogne di un organismo in sofferenza, qual è la scuola dell’autonomia .
7) Eliminare immediatamente la contrattazione d’istituto e la RSU , fin dal prossimo rinnovo. Resterà una contrattazione nazionale e una contrattazione a livello delle aree dipartimentali gestionali su cui il MIUR sarà articolato sul territorio.
Libero Tassella