A dispetto delle dichiarazioni del ministro (“Non avviare nuove riforme”), Anna Monia Alfieri ri-propone una super-riforma megagalattica: l’aziendalizzazione estrema e totale delle scuole! La cui realizzazione richiederebbe decenni, la condivisione convinta e perseverante di tutte le forze politiche, il consenso pieno da parte di docenti, Ata, Ds, studenti e famiglie, e risorse. Condizioni inesistenti al momento, né ipotizzabili per il futuro.
E poi la ri-proposta è ancora – dopo anni – a livello di idea larvale, suggestiva per una minoranza, con lacune, omissioni, incertezze, esplicitamente rifiutata da molti e con solide motivazioni.
Come si può pensare che dei Governi incapaci a gestire decentemente la scuola attuale, sarebbero invece capaci di assicurare davvero “lo sguardo garante dello Stato” sulle scuole-aziende?
Chi dovrebbe farsi carico di problemi quali: la sicurezza e l’adeguatezza degli edifici, la dispersione scolastica, il precariato storico cronicizzato, le retribuzioni inadeguate di TUTTI i docenti, …?
Sono questioni ignorate dalla nota di A.M.A. e da altri commentatori su posizioni simili.
A parte l’incostituzionalità, l’erogazione di un voucher, pari al “costo standard dell’allievo”, da assegnare tramite le famiglie, alle scuole statali e private, porrebbe queste ultime in posizione di vantaggio potendo esse chiedere altri contributi alle famiglie che ora sono in grado di sostenere per intero le rette!
Già adesso lo Stato è nella imbarazzante situazione di richiedere per le SUE scuole contributi “volontari” (100-200 euro) alle famiglie, mentre eroga contributi (intorno ai 500 euro pro capite) alle private!
Ma forse il vero scopo perseguito non è quello dichiarato, cioè avere a lungo termine scuole completamente autonome, “una buona e necessaria concorrenza “ fra di esse, una maggiore “qualità del sistema scolastico”, ecc.. Il vero scopo è a breve termine, è quello di avere ora maggiori contributi statali per le private. Infatti le scuole private non vanno bene, stanno vivendo un periodo di crisi, registrano contrazioni di iscritti e difficoltà economiche. Loro che propagandano libera concorrenza vorrebbero aiuti!
Ancora “Ricordiamo che l’Italia è il paese che spende di più e peggio in Europa”, ma ciò non è vero, almeno in questi termini. D’accordo su diseconomie ed eccesso di burocrazia. Assolutamente NO riguardo ai livelli di spesa, sia in termini assoluti, sia con riferimento al Pil (da noi intorno al 4,2% mentre la media europea è quasi al 6%).
Infine è da sottolineare la coincidenza temporale (16 marzo), e quindi la sinergia mediatica, della nota di Anna Monia Alfieri con le parole di papa Bergoglio all’Angelus in piazza S. Pietro a Roma e quelle del card. Scola a piazza del Duomo a Milano.