Entro metà ottobre dovrebbero arrivare le linee guida su educazione e affettività, come conferma la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini.
«La declinazione dei principi è espressa nel comma 16 dell’articolo 1 della legge sulla buona scuola e i principi del comma sono la diffusione di una cultura delle pari opportunità in tutte le scuole italiane, di contrasto a ogni forma di discriminazione e di violenza di genere. Significa cultura del rispetto, consapevolezza di sé, essere finalmente anche a scuola nella condizione di parlare di questi argomenti avendo con gli insegnanti un rapporto aperto e gli insegnanti preparati a poterlo fare». E infatti il piano ministeriale prevede anche una formazione riservata ai docenti su questi temi, che dovrebbe essere finanziata con parte «del fondo di 40 milioni di euro strutturali esistenti».
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Nello stesso tempo, le associazioni chiedono, sul tema dell’educazione all’affettività, che vi sia il coinvolgimento chiaro e obbligatorio delle famiglie, e che «in forza del proprio primato in campo educativo», siano sempre coinvolte in queste decisioni, che non possono essere affidate in esclusiva alle scuole.
«L’Agesc ritiene estremamente pericoloso introdurre l’insegnamento curriculare dell’educazione affettiva attraverso la coercitiva modifica dei piani di studio – commenta il vice presidente dell’Agesc – privando di fatto le scuole dell’autonomia e le famiglie di qualsiasi possibilità di esprimere il proprio consenso informato».
Alla luce dell’annuncio del ministro Giannini si tratta, dunque, ancora di attendere alcune settimane per verificare se questa richiesta ha trovato risposta positiva.