Il dialogo interiore fra l’Io e la nostra interiorità è stato inventato da Socrate nel 400 avanti Cristo. Egli passava il tempo a dialogare con sé stesso e con gli altri su ciò che fosse giusto ed opportuno, costruendo una catena di domande che lo portavano al vertice del problema.
La terapia del dialogo, per Socrate, non era altro che la capacità di migliorare la propria vita, mettendo in relazione “fatti”, “convinzioni” ed “emozioni”, dal momento che convinzioni razionali generano emozioni benefiche e convinzioni distorte generano emozioni malate. Ad esempio, se attribuisco troppo valore al giudizio degli altri, di fronte ad una valutazione negativa, ad uno che non mi saluta (fatto), arriverò alla conclusione di valere poco, di essere un fallito (convinzione), e maturerò in me uno stato psichico basato sulla depressione e la scarsa autostima (emozione). Un altro esempio.
Se faccio una fila lunghissima (fatto) e penso che gli sportelli attivati siano pochi e che gli impiegati stiano facendo altro (convinzione), finirò per essere preso dalla collera (emozione). Ne deriva che, per curare le emozioni malate, bisogna risalire alle convinzioni distorte. Alla base di questa teoria c’è il presupposto che tutto nasce dall’idea, dalla valutazione, che tutto è una nostra creazione.
Che, come affermerà in seguito anche Epitteto, “Ciò che turba gli uomini non sono le cose, ma le opinioni che essi hanno delle cose”. Questo discorso ha anche un interessante risvolto sociale. Noi, con la prima socializzazione, assorbiamo i valori e le convinzioni dei genitori e dell’ambiente in modo acritico, senza sottoporli ad indagine razionale. Ma, se abbiamo la sventura di assimilare convinzioni sbagliate, perveniamo ad emozioni squilibrate, tossiche. Ci ammaliamo nella mente.
Si pensi, ad esempio, all’esaltazione irrazionale del proprio gruppo sociale ed al sospetto verso la cultura altra; al gratuito senso di superiorità che molti maschi nutrono verso la donna; al potere come sottomissione dell’uomo all’uomo, proprio della concezione piramidale mafiosa; all’uso della violenza verso persone ed animali …
Due psicologi americani, Albert Ellis e Aaron Beck, hanno elaborato, negli ultimi anni, un tipo d’intervento terapeutico direttamente collegato, per loro esplicita ammissione, al metodo socratico: la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT), detta anche modello ABC (A: fatti; B: convinzioni; C: emozioni). Per Ellis e Beck possiamo diventare “medici di noi stessi”, come afferma Cicerone, attraverso la rivalutazione cognitiva o ristrutturazione dello schema mentale. Possiamo, accendendo il faro della ragione, esaminare le convinzioni irrazionali e trasformarle, cambiando così le nostre emozioni negative. Ellis ha elencato alcune idee irrazionali che producono sofferenza in noi. Ad esempio: Chi lo dice che devo essere amato ed approvato da tutti?;
Che il passato ci condiziona in modo indelebile; che bisogna essere sempre all’altezza delle situazioni, eccetera. Riusciremo a provare le emozioni giuste nella situazione giusta? Forse. Ma con tanto esercizio, fallimenti ed umiliazioni. Anche queste servono. Resta vera, tuttavia la tensione verso la trasformazione di sé. Infatti, “Una vita, senza esame di sé – sosteneva il filosofo ateniese – non è degna di essere vissuta”.
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