Categorie: Politica scolastica

L’esame di Stato cambia anche nelle prove

Pare, e l’ha confermato Davide Faraone nel corso della trasmissione televisiva 8 e 1/2 de La Sette del 14 ottobre, che 180 milioni di euro lo Stato li risparmierà togliendo proprio i  componenti esterni delle commissioni di esame di stato e lasciandone uno solo, il presidente. E lo ha detto con una punta di orgoglio, a dimostrazione visibile, dice lui, che l’operazione del governo è un esempio di buon governo.

In pratica per Faraone, il Governo lavora su iniziative concrete, come appunto il taglio degli sprechi, perché, si è capito, una commissione composta con tanti commissari esterni è un vero e proprio spreco. Se le parole di Faraone possono servire a dimostrare quanta scarsa cognizione e sapienza hanno i nostri politici sulla scuola, la Ministra per suo verso parte dalla necessità di dare completa attuazione agli indirizzi introdotti dalla riforma Gelmini, per ritoccare la seconda prova che gli alunni il prossimo anno sono chiamati a sostenere.

A giorni dunque il decreto ministeriale che darà corso al nuovo esame e che lo differenzierà sulla base dell’indirizzo seguito.

Nei tecnici e professionali, così come nei licei artistici o musicali, la seconda prova scritta potrà essere grafica o compositiva e dovrà tenere conto anche della dimestichezza acquisita con le attività di laboratorio. Ma il D.M. dovrebbe intervenire anche sulla prima, mentre sulla terza prova si starebbe pensando di utilizzarla per tastare, lì dove prevista, la conoscenza delle lingue straniere, la capacità di problem solving oppure l’attitudine a sviluppare progetti.

Per quanto riguarda invece l’orale, tenendo conto delle specificità dei singoli indirizzi, si potrebbe decidere anche di verificare non solo le conoscenze disciplinari ma anche quelle derivanti dalle esperienze di alternanza scuola-lavoro oppure di studio all’estero.

Pasquale Almirante

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