L’Europa dice no alla chiusura delle graduatorie provinciali per docenti
Il Saese ha deciso di impugnare c/o la Commissione Europea il decreto ministeriale italiano(D.M.) n. 53 del 14 giugno 2012 con nota di contestazione del 19/11/2013. Ritenendo il sindacato che la chiusura arbitraria delle ex Graduatorie Permanenti nel 2007 voluta all’epoca dal Ministro Fioroni ha causato l’impossibilità per i precari inseriti nelle Graduatorie d’Istituto di 2^ e di 3^ fascia di accedere agli incarichi a tempo indeterminato anche in caso di esaurimento delle corrispondenti Graduatorie ad Esaurimento ed in presenza di cattedre giuridiche ( fino al 31/08) risulta essere in opposizione con quanto stabilito dalla direttiva 1999/70/CE, la quale stabilisce che l’apposizione del termine sui contratti di lavoro è accettabile solo se dovuta a cause oggettive e contingenti. Orbene, successivamente in data 28/08/2013 l’amministrazione europea ha notificato al Saese, che le osservazioni sopra esposte consentono di stabilire un nesso con una questione che la Commissione è autorizzata a esaminare e riguardo alla quale, ha già avviato procedure d’infrazione. Per quanto sopra esposto e motivato l’OS, ha presentato un esposto c/o la Procura della Repubblica con nota del 03/01/2014, affinché vengano effettuati gli opportuni accertamenti, nonché venga valutata la sussistenza di eventuali profili di penale rilevanza di specifici fatti dedotti. In conclusione dopo gli atti di diffida e messa in mora che l’Italia ha subito da parte dell’Ue per violazione del Diritto Comunitario legato alla chiusura delle graduatorie provinciali sia costretta a pagare una salata multa. Pertanto il Saese chiede al Ministro del Miur di riaprire le Graduatorie ad Esaurimento per tutti i docenti in possesso del titolo abilitante e che non hanno usufruito delle precedenti possibilità di inserimento, dei docenti abilitati con Tfa e SFP, dei docenti presenti nelle graduatorie di merito del concorso del 2012 e con riserva, dei docenti che si abiliteranno tramite i Pas. Questa sarebbe l’unica via d’uscita per garantire l’applicazione del merito nella selezione del personale, in considerazione dei titoli posseduti e della professionalità acquisita.