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L’ex ministro del Lavoro Damiano (Pd): urge una soluzione per il precariato

Sui precari della pubblica amministrazione è finito il tempo della “melina”. Mentre è giunto il momento di trovare una soluzione. A sostenerlo, proprio mentre il Consiglio dei ministri sta valutando la possibilità di approvare il “pacchetto” D’Alia sulla Pubblica amministrazione (un dl per la razionalizzazione e un ddl per l’occupazione), con norme che vanno dal salva-precari all’ulteriore taglio delle spese per consulenze e auto blu, è l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano (Pd), oggi presidente della commissione Lavoro della Camera e promotore della proposta di legge 635 attraverso assorbire progressivamente tutti i precari della PA. “Ci aspettiamo che il Consiglio dei Ministri di oggi – dice Damiano – si concluda con una soluzione definitiva sui temi dei precari e dei vincitori e idonei di concorso: per i primi va prevista una graduale stabilizzazione, per i secondi le assunzioni: si tratta di problemi che vanno risolti per sanare una situazione sociale iniqua e insostenibile”.
L’ex ministro del Lavoro parte da un concetto basilare: “i precari garantiscono il buon funzionamento della Pubblica Amministrazione; i vincitori e gli idonei si sono guadagnati l’ingresso nel lavoro pubblico e non è sopportabile che vengano rifatti dalle Amministrazioni i concorsi per ricoprire posizioni professionali per le quali esistono già i vincitori. Sarebbe uno spreco di denaro e una beffa. Il Partito Democratico sostiene il decreto presentato dal ministro D’Alia che non può essere ulteriormente rimandato o snaturato per le incomprensibili resistenze del centrodestra”, conclude il deputato democratico.
Per completezza, va ricordato che la scuola è un comparto diverso dagli altri della PA, per i quali si creerebbe una corsia preferenziale per tutti coloro che hanno svolto almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque o dieci. I precari che devono essere stabilizzati non hanno nulla a che vedere con i supplenti, anche storici, che operano nel settore dell’istruzione pubblica. L’indirizzo che però il Governo darebbe al reclutamento dei prossimo due anni, con la stabilizzazione prioritaria di coloro che hanno già vinto un concorso, non potrebbe non influire sulla scuola. Dove un nuovo Tfa ordinario un altro concorso a cattedra già spuntano all’orizzonte.
Alessandro Giuliani

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