“Fare il ministro della scuola richiede, più di ogni altra funzione governativa, un’assunzione di responsabilità. Che confligge con quella di responsabile del Cnr“. A chiedere a Francesco Profumo di fare un passo indietro, lasciando la presidenza del Consiglio nazionale delle ricerche, è l’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni.
La richiesta, giunta sulle pagine di un quotidiano telematico, sembra rivolta, prima che a Profumo, al Presidente del Consiglio Mario Monto, che all’indomani del suo insediamento a capo del Governo disse che i suoi ministri avrebbero avuto pochi giorni per “sganciarsi” dagli incarichi incompatibili con l’attuale ruolo istituzionale di primo piano.
E secondo Fioroni quelli ricoperti da Profumo sono due ruolo di altissima responsabilità, quindi non compatibili: fare il ministro dell’Istruzione nominando quindi “gli organismi del Cnr, che fornisce gli indirizzi e le risorse e che vigila su esse, ed essere contemporaneamente il presidente del Cnr, – sostiene l’ex responsabile dell’Istruzione nell’ultimo Governo Prodi – confligge altamente con l’operatività delle due istituzioni. Altri ministri possono permetterselo, quello della scuola no. Profumo è persona intelligente, di cui ho stima. Credo che se ne renda conto da sé, non è né opportuno né sufficiente delegare i propri ‘vice’ al Ministero e al Cnr“.
Cosa accadrà ora? Profumo non è obbligato a rispondere alle parole di Fioroni, anche perché si tratta del pensiero di un esponente politico che nemmeno fa parte della maggioranza parlamentare. La linea di condotta del Governo guidato da Monti, rivolta verso la trasparenza, ed anche i precedenti in seno allo stesso nuovo esecutivo, con lo stesso Premier che ha risposto per le rime alle accuse del leghista Calderoli sul capodanno che avrebbe passato con gli amici a spese dello Stato, fanno pensare che Profumo non farà finta di nulla. Spiegherà i motivi che lo hanno portato a mantenere le due prestigiose cariche. Oppure darà ragione a Fioroni.