L’imam, scrive Il Corriere della Sera, è vicepresidente della Coreis, la comunità religiosa islamica italiana, un moderato che ai ragazzi risponde senza titubanze. E parla subito di Isis, Califfato, di Charlie Hebdo, di Primavera araba e agli studenti che lo ascoltano per più di due ore senza fiatare dice: “Non c’è nulla di teologico o di legittimo in quello che hanno fatto a Parigi”, mentre sui talebani e sulle scuole coraniche afferma che “fanno un lavaggio del cervello che è come l’indottrinamento fascista e comunista”.
La Jihad “vuole dire sforzo, non violenza, quella dei fondamentalisti, che distruggono i luoghi di culto, comprese le moschee e uccidono tanti musulmani non estremisti”. L’imam dice anche che “il diritto islamico vieta l’uccisione di ambasciatori e giornalisti perché portano pace e conoscenza” e ricorda che “il fine di tutte le religioni è la conoscenza”, ripetendo “non c’è giustificazione nel testo sacro che legittimi gli estremisti”
Sul velo dice: “Il Corano fa riferimento soltanto all’hijab, non al burqa, né al niqab. E l’obbligo di indossarlo c’è soltanto durante i cinque momenti di preghiera”, mentre sulla poligamia, sottolinea: “Anacronistica, anche nel mondo islamico. In Italia sarebbe sciocco. E non vogliamo creare una società parallela”.
E infine: “Non abbiamo clero e Papa, non c’è nessuna figura di mediazione nell’Islam. Sono i fondamentalisti a volere una clericalizzazione, artificiale. Meglio più moschee di quartiere, come le parrocchie. E con sermoni in italiano. Come già facciamo in via Meda – dice l’imam -. Venite a trovarci”.