Nelle scuole e nelle università la parola “formazione” ha diverso significato.
Il sistema educativo è finalizzato “allo sviluppo della persona umana adeguato ai diversi contesti”: indeterminatezza e imprevedibilità sono i caratteri dell’ambiente di riferimento.
Gli insegnamenti universitari sono orientati dalle discipline: i docenti possiedono le mappe per organizzare la propria attività.
Nel primo caso l’attività formativa mira a promuovere i comportamenti necessari per dominare situazioni ignote, nel secondo caso lo studente deve adeguarsi allo stato dell’arte.
Allo sviluppo e al potenziamento delle capacità dei giovani si contrappone la trasmissione del sapere. Da un lato la conoscenza è strumento di formazione mentre, dall’altro lato, è il traguardo.
Il ministro Stefania Giannini ha insufflato ne “la buona scuola” la propria esperienza professionale e, conseguentemente, ha radicalmente modificato la natura dell’istituzione scolastica.
Collegialità addio! Il coordinamento degli insegnamenti, la loro convergenza e la loro finalizzazione al potenziamento delle qualità individuali dello studente non sono previsti.
Progettualità addio! L’autonomia scolastica consisteva nell’ideazione di percorsi unitari per promuovere specifici comportamenti; nel nuovo ordinamento la gestione delle risorse sostanzia l’autonomia.
Visione sistemica addio! La cultura sistemica non attribuisce al singolo elemento un proprio significato: questo deriva dalla sua interazione con l’intera struttura. L’attribuzione del bonus al singolo insegnante muove in direzione opposta.
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