Categorie: Università e Afam

L’informatica assicura il posto quasi subito

Almalaurea ha indagato le performance formative di 1.031 laureati magistrali del 2009 in informatica, i quali a cinque anni dal titolo dichiarano di svolgere la professione di analista e progettista software. Lo riporta il Sole 24 Ore.

Giovani che hanno conseguito una laurea magistrale biennale, in ambito soprattutto ingegneristico (71%) e scientifico (23%), nel quale rientra il corso di laurea in informatica.

Una professione intrapresa maggiormente dai maschi ((l’82% contro il 18% delle femmine), diffusa al Nord (52,5% contro il 48% della media), iniziata da laureati con alle spalle contesti famigliari nella media dal punto di vista soprattutto culturale (31 su cento hanno almeno un genitore con il titolo di laurea; è il 32% per la media) mentre lo status economico è inferiore a quello dei loro colleghi (19 su cento hanno alle spalle una famiglia di status economico elevato, contro il 26% complessivo). Questi laureati raggiungono il titolo a 26,3 anni, sono pertanto più giovani della media (27,2 anni), al più terminano gli studi entro un anno fuori corso (78% contro l’83%), con un voto medio di laurea in linea con la media (107,2 contro 107,6). Nel loro curriculum formativo, sono sì presenti i tirocini svolti durante gli studi, ma in misura di gran lunga inferiore alla media (38% contro il 53%); mentre le esperienze internazionali sono in linea con la media (19% contro il 20%).

 

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E se chiedi cosa pensano del percorso universitario appena concluso, scrive sempre Il Sole, si dichiarano decisamente soddisfatti, tanto che potendo tornare ai tempi dell’iscrizione, l’83% sceglierebbe lo stesso corso e lo stesso ateneo.

Nell’analisi della figura professionale dell’analista e progettista software è fondamentale tenere presente che oltre la metà, una volta terminati gli studi universitari, prosegue con la formazione post-laurea: in particolare, stage in azienda (31%) e attività sostenute da borsa di studio (12%). Resta vero che sebbene inizino a lavorare per lo più una volta che hanno portato a casa il titolo di laurea (77% contro il 64%), la prima occupazione post-laurea arriva davvero molto velocemente: entro i 3,8 mesi contro i 7,1 del complesso dei laureati magistrali occupati. Questi laureati si inseriscono soprattutto in ambito privato (94,5% contro il 73%), dove sono impiegati con un lavoro stabile (82%, contro il 70% della media), in particolare a tempo indeterminato (76% contro il 46%). Anche il guadagno non è niente male: 1.641 euro contro 1.336 euro netti mensili della media. Si inseriscono soprattutto in ambito informatico (58%) e, in misura minore, nell’industria metalmeccanica o manifatturiera (7% in entrambi i casi). Visto il percorso formativo da cui frequentemente provengono non stupisce che il titolo sia considerato efficace per lavorare per 51 laureati su cento a cui si aggiungono ulteriori 41 per i quali il titolo è comunque abbastanza efficace; il 46% dichiara di utilizzare le competenze apprese all’università in modo elevato. 

Pasquale Almirante

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