Categorie: Contratti

L’informativa (preventiva e successiva) è un obbligo del DS

Gli esempi di buoni comportamenti istituzionali, attuati nel rispetto delle norme legislative e dei contratti deve arrivare dall’alto, per poi diventare una regola per tutti i comuni cittadini. Chi occupa ruoli di potere e responsabilità, ha il dovere etico di rispettare le istituzioni e tutte le persone con cui ha a che fare. Infatti sono suonate male alcune affermazioni, fatte dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, all’indirizzo di altre istituzioni del nostro Paese. 

Ci riferiamo, ad esempio, all’incauta battuta di Renzi  (“brr che paura”),  rivolta contro la magistratura italiana, che si sarebbe potuta ribellare al provvedimento del governo volto a ridurre le giornate di ferie dei magistrati. Oppure ci viene in mente la risposta data dallo stesso Premier ai sindacati, in occasione della presentazione di alcune riforme come quella del lavoro, della giustizia e della scuola: “Avremo i sindacati contro? Ce ne faremo una ragione”.

Un culto della personalità di leader incontrastato e una forma di maleducazione istituzionale che non fa il bene del Paese e rischia di essere emulata, da chi più modestamente rispetto al Presidente Renzi, ha qualche ruolo di potere o responsabilità a livello dirigenziale. L’emulazione di chi vede in Renzi se stesso, di chi ha un’avversione idiosincratica nei confronti del sindacato e della vecchia politica sindacale.

Infatti esistono nelle nostre scuole dirigenti scolastici che non vorrebbero rendere conto del loro agire pubblico ai sindacati. Esistono dirigenti scolastici che se ne infischiano dei sindacati e delle loro azioni legali. Esistono dirigenti scolastici che non convocano le RSU e i sindacati provinciali per dare una trasparente informativa preventiva e a fine anno scolastico un’informativa successiva. Esistono dirigenti scolastici che vengono puntualmente, ogni anno scolastico, condannati per comportamento antisindacale per non avere convocato i sindacati per le dovute e  corrette relazioni. Emulazioni sbagliate di chi pensa di gestire potere ed invece è preposto a garantire regolarità e trasparenza nell’applicazione delle norme contrattuali e legislative. Un dirigente scolastico ha l’obbligo, ai sensi dell’art 6 del CCNL scuola, di informare le rappresentanze sindacali su materie come le proposte di formazione delle classi e di determinazione degli organici della scuola; il piano delle risorse complessive per il salario accessorio, ivi comprese quelle di fonte non contrattuale; criteri di attuazione dei progetti nazionali, europei e territoriali; criteri per la fruizione dei permessi per l’aggiornamento; utilizzazione dei servizi sociali; criteri di individuazione e modalità di utilizzazione del personale in progetti derivanti da specifiche disposizioni legislative, nonché da convenzioni, intese o accordi di programma stipulati dalla singola istituzione scolastica o dall’Amministrazione scolastica periferica con altri enti e istituzioni; tutte le materie oggetto di contrattazione.

Poi il DS ha anche l’obbligo di convocare le rappresentanze sindacali per l’informativa successiva, in cui si verificano i nominativi del personale utilizzato nelle attività e progetti retribuiti con il fondo di istituto e si verifica l’attuazione della contrattazione collettiva integrativa d’istituto sull’utilizzo delle risorse. C’è comunque da dire che, nonostante il tentativo di delegittimazione  del sindacato da parte della politica governativa, esistono tantissimi dirigenti scolastici che curano correttamente le relazioni sindacali, qualcuno coltivando il culto del personalismo e pensando che rendere conto al sindacato non sia un obbligo, incappa nel giudizio irreprensibile del giudice che li condanna inesorabilmente per comportamento antisindacale.

Lucio Ficara

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