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L’Inghilterra cerca i suoi alunni “dispersi”

Li chiamano "desaparecidos" o "i ragazzi dei buchi neri": sono gli oltre diecimila studenti inglesi che ogni anno, prima di avere completato il percorso di scolarità obbligatoria, abbandonano il sistema d’istruzione senza farvi più ritorno.
Uno su venti non ce la fa ad arrivare fino in fondo e, spesso, va a ingrossare le fila dei microcriminali che finiscono regolarmente in riformatorio. Si tratta, in genere, di ragazzi provenienti da famiglie a pezzi o economicamente molto disagiate. Famiglie, in ogni caso, che non si possono più occupare di loro. Altri sono vittime di disturbi del comportamento tali che la scuola non se la sente di trattenerli e li caccia via quando arriva la classica goccia che fa traboccare il vaso.
Un responsabile dell’associazione caritatevole Kids Company ha dichiarato che dai loro centri transitano ogni anno circa 500 ragazzi fuoriusciti dalla scuola e con famiglie molto precarie alle spalle. Il problema non può essere risolto dalla buona volontà delle singole scuole. Il fenomeno del drop out, che in Inghilterra è considerato un vero scandalo, è proprio per questo in cima ai pensieri del Governo.
La riforma del sistema d’istruzione e formazione che in questi giorni il primo ministro Blair sta illustrando in sede politica e all’opinione pubblica, va anche in questa direzione: recuperare i giovani "disertori" attraverso la creazione di nuove qualifiche e indirizzi professionalizzanti atti a motivare gli studenti più difficili.

Gabriele Ferrante

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