Istituire una giornata dell’ Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera ha provocato le proteste soprattutto del Svp che attraverso un suo deputato, Karl Zeller, ha chiesto che nel parere, approvato favorevolmente dalla Commissione Affari costituzionali, fosse fatto un richiamo all’articolo 6 della Costituzione nella parte dove dice: “La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”.
“Come si può allora obbligare ad insegnare l’inno italiano nelle scuole bilingue?
Noi non siamo contro l’inno”, ha precisato l’esponente del Svp, “ma pretendiamo sensibilità per la nostra comunità che è italiana, tedesca e ladina. Tra l’altro, ci sono già 8 consiglieri provinciali di Bolzano su 35 che chiedono il distacco dall’Italia e con queste imposizioni si rischia di acuire i dissensi, fornendo nuovi pretesti. Ora scoppierà un putiferio politico”.
E ha pure denunciato “l’insensibilità e l’ignoranza” del Pdl che ha presentato la proposta, la cui relatrice, Isabella Bertolini, e il suo collega del Pdl, Giorgio Stracquadanio a loro volta hanno risposto che anche le scuole di Bolzano, Alto Adige, Sudtirol “sono scuole italiane e non straniere. Anche loro devono poter studiare l’inno nazionale. Magari lo possono spiegare in tedesco e ladino. Ma quegli studenti sono italiani. Proprio per questo abbiamo inserito una osservazione, con un richiamo all’articolo 33 della Costituzione sull’autonomia scolastica in modo che ogni istituto possa gestire il percorso come meglio ritiene.
La Lega invece si è detta contraria perchè l’inno di Mameli non è ancora l’inno definitivo della Repubblica e quindi prima di farlo insegnare nelle scuole deve essere inserito in Costituzione”.
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