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L’insegnamento delle scienze e della matematica in due nuovi studi Eurydice

Gli studi analizzano essenzialmente le riforme nei curricoli e nei metodi di insegnamento e valutazione, alla luce degli ultimi risultati nelle indagini internazionali e tenendo conto delle politiche nazionali dei singoli Paesi. In particolare, l’analisi si sofferma sulle misure messe in atto dai paesi membri per combattere gli scarsi rendimenti degli studenti in queste due materie, con l’obiettivo di contribuire al dibattito europeo e nazionale sugli interventi da proporre per innalzare gli standard di rendimento. Quel che emerge chiaramente è che pochi sono i Paesi che hanno proceduto alla definizione degli obiettivi a livello nazionale per innalzare i livelli di apprendimento, benché la maggior parte degli Stati membri abbia approntato delle linee guida generali per affrontare le difficoltà che gli studenti incontrano in queste due aree.

Il primo studio dal titolo “Science Education in Europe” prende in esame l’organizzazione dell’insegnamento delle scienze in Europa e offre un panorama delle politiche e strategie esistenti volte a migliorare e promuovere tale insegnamento.
Descrive le realtà nazionali di 31 paesi (tutti gli Stati membri dell’Ue, l’Islanda, il Liechtenstein, la Norvegia e la Turchia) e ha come anno scolastico di riferimento il 2010/11.
La maggior parte dei paesi promuove vie alternative per l’insegnamento come l’apprendimento basato sulla domanda, fin dal livello primario, e le discussioni sulle problematiche ambientali e le dimostrazioni pratiche delle scienze nella vita quotidiana. Tuttavia, nessuno degli Stati membri ha politiche nazionali specifiche di supporto agli studenti con bassi rendimenti scolastici nello studio delle scienze.
“Una conoscenza di base della scienza è considerata una competenza necessaria per ogni cittadino europeo” – leggiamo nell’introduzione a cura del Commissario Androulla Vassiliou. “Le preoccupazioni il numero di per studenti con scarso rendimento nelle competenze di base, come rivelato dalle indagini internazionali, ha portato all’adozione nel 2009 di un sistema europeo di riferimento in cui si afferma che ‘entro il 2020 il quota di 15-anni con abilità insufficienti in lettura,
matematica e scienze dovrebbe essere inferiore al 15%’. Allo scopo di raggiungere l’obiettivo di riferimento entro il 2020, dobbiamo individuare insieme gli ostacoli e le problematiche da un lato e approcci efficaci approcci dall’altro”.
Come è possibile aumentare il motivazione degli alunni, per aumentare il loro interesse per la scienza? Circa il 60% di diplomati dell’istruzione superiore nel campo della scienza, della matematica e calcolo sono uomini. Come può essere migliorato questo squilibrio tra i sessi? Questi sono alcuni dei temi affrontati in questo studio.
Il secondo studio dal titolo “Mathematics Education in Europe” prende anch’esso in esame politiche e pratiche didattiche sulla matematica nelle scuole europee, analizzando, in particolare, le riforme curricolari, i metodi di insegnamento e la valutazione, oltre che la formazione iniziale degli insegnanti. E anche in questo caso, prendendo a riferimento l’a.s. 2010/2011, indaga anche sulle modalità adottate dai vari paesi per combattere lo scarso rendimento e la scarsa motivazione degli studenti nello studio della matematica.
Il report fornisce, in particolare, raccomandazioni su come aumentare la motivazione ad apprendere la matematica. Molti paesi europei, infatti, si confrontano con una diminuzione del numero di studenti di matematica, scienza e tecnologia. “Dobbiamo affrontare con urgenza questo problema – scrive il Commissario Ue – perché la carenza di specialisti in matematica e campi correlati può influenzare la competitività delle nostre economie e i nostri sforzi per superare la crisi finanziaria ed economica”.
Lara La Gatta

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