Gli insegnanti non sono dei missionari. Una tesi dimostrata con il rigetto dei caratteri che qualificano l’attività del missionario. Il versante della professionalità del docente é inesplorato: un’omissione che occulta le magagne della progettazione, del Governo e della gestione dell’istituzione scolastica.
La legge ha sostituito il termine “scuola” con il concetto “sistema” per affermarne l’unitarietà: tutti gli insegnamenti, coordinati, operano per il successo formativo dei giovani, successo formalizzato nel profilo professionale di fine percorso.
“La buona scuola”, legge dal 2015, sbaglia nell’elencare gli “obiettivi formativi prioritari” perché orienta l’attività educativa a “l’apertura pomeridiana delle scuole”; “la riduzione del numero alunni per classe”, “la prevenzione e il contrasto della dispersione scolastica”, “la valorizzazione del merito degli studenti”, “la tutela del diritto allo studio degli studenti praticanti attività sportiva agonistica” …
Il bonus che premia il merito del singolo docente è inconciliabile con la cultura sistemica: per governare una scuola è essenziale disegnare percorsi disciplinari convergenti ai traguardi di sistema. La premialità, in loro assenza, è fattore degenerativo.
Le scuole, indifferenti agli errori progettuali e di governo, gestiscono il servizio scolastico applicando il modello d’inizio Novecento.
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