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L’insegnante redarguisce l’ex allievo: i genitori la picchiano

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Le cronache dei giorni scorsi ci hanno raccontato di un’incredibile storia, accaduta in un territorio, quello campano, dove non di rado la scuola ed i suoi protagonisti rimangono vittime del degrado sociale e valoriale. A subirne le conseguenza stavolta è stata una docente di sostegno dell’istituto “Giuseppe Ungheretti” di Ercolano, in provincia di Napoli, colpita dai genitori di un ex alunno 16enne sorpreso dall’insegnante in atteggiamenti amorosi con un’alunna.
Tutto è accaduto perché la docente ha avuto il “torto”, lo scorso aprile, di riprendere il ragazzo ed invitarlo ad uscire. A quel punto il giovane, che si era introdotto ingannando i collaboratori scolastici (cui aveva detto di voler raggiungere la sorella, frequentante l’istituto), ha risposto pesantemente alla prof minacciandola. La docente ha così deciso di denunciare l’accaduto agli agenti del commissariato di Portici-Ercolano, da dove è partita la segnalazione alla Procura minorile.
Quando alcune settimane fa i genitori del ragazzo hanno ricevuto l’invito a comparire per il figlio presso gli uffici dei Colli Aminei, hanno pensato bene di recarsi (sembra in compagnia di altre due persone) nella scuola da dove è partita la denuncia: prima si sono rivolti al dirigente scolastico, poi si sono introdotti nell’aula dove la docente era impegnata in una lezione con una bambina con problemi di apprendimento. Davanti alla classe la coppia ha quindi rivolto pesanti apprezzamenti nei confronti della donna, per poi colpirla con schiaffi e pugni, provocandole delle contusioni e la slogatura della mandibola. All’ospedale i medici le risconteranno una prognosi di dieci giorni.
Ma non solo: l’insegnante sostegno sarà ora al centro dell’iter processuale che seguirà alle indagini del commissariato e dovrà dare, inoltre, dettagliate spiegazioni ai responsabili dell’istruttoria interna avviata nell’istituto campano e ai membri dell’Ufficio scolastico regionale. Certo, l’evidenza dei fatti non dovrebbe comportare (ci auguriamo!) conseguenze professionali nei suoi confronti. Ai danni fisici si aggiungerebbero quelli morali, ancora più pesanti da superare. Dando ragione a quei genitori-sindacalisti (qualche volta purtroppo anche violenti) che inveiscono contro una categoria rea, in sostanza, di fare solo il proprio dovere. In un luogo formativo, è bene sempre ricordare, dove senza il rispetto delle regole salterebbe qualsiasi progetto didattico e di crescita umana-culturale.