“La Buona Scuola e la legge 107 fanno dei processi integrativi, dell’inclusione in generale (abbiamo anche una delega importante su questo tema a cui stiamo lavorando in questi giorni) e soprattutto dell’integrazione degli alunni stranieri, un punto qualificante”. Così Stefania Giannini, ministro del Miur, a margine di un incontro a Trieste. “Io ho una sensibilità che deriva dalla mia storia personale ed ho la consapevolezza che se i bambini non sanno l’italiano, o comunque la lingua del paese in cui arrivano e in cui cresceranno come cittadini e come adulti, non saranno in grado di essere cittadini pieni, attivi” – ha continuato Giannini -.
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“Si parte dalla lingua, che vuol dire cultura e conoscenza delle istituzioni. Questo è un processo complesso, che prevede la preparazione di insegnanti che sappiano fare quel mestiere. Non è un caso – ha concluso il ministro – che in abbinamento al concorso e alla legge che sulla Buona Scuola abbiamo attivato per la prima volta nel Paese la classe di concorso specialistica in italiano lingua seconda”.