Primo febbraio 2015 “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”. (Mt 5, 37) L’articolo “Nella Capitale si fa ‘cassa’ con le scuole paritarie” di Anna Monia Alfieri rende opportune alcune puntualizzazioni. La sostanza e la consistenza della questione.
L’amministrazione comunale di Roma ha revocato le agevolazioni sulla tassa sui rifiuti per le scuole non statali. Queste, che prima pagavano solo 1/3 (il Campidoglio si faceva carico del restante 66.7%), dovranno ora pagare per intero la tassa. Tassa triplicata? Si tratta chiaramente della revoca di una agevolazione e non di aumento del 300% (rispetto a prima e non rispetto alle statali) come invece viene presentato esagerando e così facendo disinformazione a fini propagandistici (?). Il 300% è tale ma solo in termini matematici. Concretamente.
Ad esempio, la Scuola Paritaria Paolo VI, stando alle dichiarazioni del suo direttore don Massimo Tellan, dovrà pagare 13.200 euro in più, che però ripartiti fra i circa 200 bambini e ragazzi delle 8 classi tra materna ed elementare fanno circa 50 euro annui e pro capite. Questa somma corrisponde a circa l’1,5% della retta annua (stimata in 4-5.000 euro) di ogni iscritto.
La scuola dispone di doposcuola (fino alle 16,30) e di altre attività (inglese, educazione al suono, laboratorio di informatica e di ceramica, sportive “con numerose e attrezzate strutture”). Il Comune di Roma. È praticamente da escludere che il sindaco Ignazio Marino abbia voluto fare dispetti e discriminazioni ai danni delle paritarie cattoliche, deve essere stata la situazione di bilancio che ha richiesto la revoca delle agevolazioni finora concesse e godute. Intemerata gridata.
Non ha senso (o ne ha molto poco) prendere spunto o pretesto dal “modesto fatto di cronaca” per riproporre – in una lunga e gridata intemerata – tutte le argomentazioni che Agesc, Cei, Scola, Bagnasco e la stessa Alfieri ripetono insistentemente a sostegno delle richieste di finanziamenti ulteriori alle scuole cattoliche. Argomentazioni fragili, ribattute più volte e comunque non da indirizzare al Comune di Roma e al suo Sindaco Marino.