Si è conclusa a Parigi la riunione dei Ministri dell’Educazione degli Stati aderenti all’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) sul tema “Investire nelle competenze per tutti”.
Alla riunione, svolta dal 2 al 4 aprile – presieduta da Madame Edelgard Bulmahn, ministro dell’Educazione e della Ricerca della Germania, dal dr. Han Wan-Sang, ministro dell’Educazione e dello Sviluppo delle Risorse Umane della Corea e da Madame Margrethe Vestager, ministro dell’Educazione della Danimarca – il ministro della P.I. Tullio De Mauro, dopo aver detto che alla base della riforma della scuola italiana c’è stata l’esigenza di adeguare il sistema scolastico ai bisogni di una società avanzata e in continua trasformazione, nella prospettiva del lifelong learning, ha sostenuto che elemento costituente di questo processo è il raccordo, da una parte, tra la scuola e la formazione professionale e, dall’altra, tra la scuola, il mondo del lavoro e tutti gli soggetti coinvolti nei processi formativi al momento non inclusi nel sistema scolastico formale.
Ha poi aggiunto che la recente riforma intende promuovere un vero e proprio “diritto all’apprendimento” con il superamento del più volte affermato “diritto allo studio” e precisato che gli obiettivi primari sottesi alla ridefinizione dei curricoli sono la formazione alla cittadinanza intesa come educazione che consente di acquisire gli strumenti relativi all’assunzione di responsabilità nella vita sociale e civile e la valorizzazione delle differenze come progetto consapevole di scoperta e di riconoscimento delle diverse culture e dei differenti bisogni di apprendimento.
Il ministro Tullio De Mauro, non ha trascurato di parlare dei rischi che occorre evitare ad ogni costo, il primo consistente nell’autoreferenzialità del sistema scolastico e il secondo di non sapere sfruttare al massimo le grandi opportunità offerte dalla tecnologie per raggiungere i gli obiettivi della pina formazione.
Infine, il ministro De Mauro, dopo aver apprezzato l’azione dell’Ocse nel campo dell’educazione, ha indicato due punti su cui l’analisi comparata potrebbe dare soluzioni di successo e cioè l’indagine sui modelli pedagogici e le soluzioni curricolari e lo studio degli indicatori per approfondire gli aspetti strutturali delle politiche nazionali.
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