Paolo Sestito, commissario straordinario Invalsi, ha infatti detto a Radio 24.”E’ uno strumento che non è perfetto, che ogni anno cerchiamo di migliorare, nel contenuto e nell’uso. Si tratta di uno specchio che si fornisce alle scuole per ragionare su se stesse. Da questi ragionamenti poi bisogna prendere iniziative per migliorare”. E Sestio spiega ancora a proposito dell’accusa di “quizzologia”: “Le prove tutto sono meno che quiz sono prove costruite con cura, su cui lavoriamo per mesi, poi le aggiustiamo, le sottoponiamo a gruppi- campione di studenti. Dal punto di vista dei contenuti non ci sono domande nozionistiche, ma situazioni reali per le quali i bambini devono individuare gli strumenti matematici da utilizzare”.
Non ci sarebbe fra l’altro, secondo il dirigente, nessun fine recondito, così come qualcuno vorrebbe far credere: “Più che altro la paura di chi sa quali utilizzi si pensa possano essere fatti con questi test. In realtà ne facciamo ancora uno scarso utilizzo, non pubblichiamo le graduatorie perchè siamo convinti che questi test non siano esaustivi, non possono dire se una scuola è meglio o peggio di altre, non vogliamo che diventino strumento di concorrenza deviata. Per questo l’Invalsi restituisce i test alle scuole. Non le utilizza per fare alcuna graduatoria fra le scuole”.
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